Quando si chiede a Koulibaly che cosa pensi della città che lo ospita ormai da più di qualche anno, egli risponde dicendo che: “Napoli è una città che ama la gente. Mi ricorda l’Africa perché c’è tanto affetto. La gente vuole toccarti, vuole parlarti. La gente non ti tollera, ti ama. I miei vicini mi vedono come un figlio. Da quando sono arrivato a Napoli sono un uomo diverso. Sono davvero tranquillo”.
Nell’intervista, il difensore tratta anche di argomenti più seri, per esempio il razzismo. Questo è un tema molto sentito da Koulibaly, dati i vari episodi di questo tipo che si sono verificati nei suoi confronti. “Ci sono stati dei momenti, come nella partita contro la Lazio all’Olimpico, in cui sarei voluto uscire dal campo per mandare un messaggio. Poi però mi sono detto che era proprio quello che si aspettavano che io facessi. Ricordo che mi dicevo: ‘Perché lo fanno? Perché sono nero?? In alcuni istanti quasi mi vergognavo. Poi ho capito che il problema sono loro, non io”.
Quello di Koulibaly è solo l’ennesimo caso di un giocatore (ma potremmo parlare di essere umano in generale) che si innamora della nostra città. Una città che accoglie, ti tocca e ti parla.