Nel team di oltre duecento ricercatori era presente anche una scienziata napoletana. Si tratta di Mariafelicia De Laurentis, docente di astrofisica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e membro della collaborazione EHT (Event Horizon Telescope), coordinatrice del gruppo di analisi teorica dell’esperimento. Per questa scoperta la ricercatrice doveva essere premiata oggi insieme a tutto il team, all’Università di Berna con la Medaglia Einstein.
Anche se la cerimonia è stata rimandata a data da destinarsi a causa dell’emergenza Coronavirus, il premio resta e per la prima volta, è andato a tutta la squadra.
“Il premio – spiega la scienziata Mariafelicia De Laurentis in un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno – viene assegnato con cadenza annuale dalla Albert Einstein Society a scienziati che hanno ottenuto risultati eccezionali e che hanno in qualche modo cambiato la storia della fisica. Il primo a riceverla nel 1979 fu Stephen Hawking. In genere la medaglia è assegnata a una persona, raramente a due, ma questa volta la commissione ha deciso che le circostanze specifiche hanno richiesto che il premio andasse all’intera collaborazione. Per noi scienziati che lavoriamo in questo campo è un premio molto importante, un grande onore e un meraviglioso riconoscimento dei nostri sforzi e risultati come squadra”.
“Io sono in EHT dal 2015, prima ero in Germania alla Goethe University di Francoforte. Poi nel 2018 sono rientrata in Italia e quindi la Federico II e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sono entrati in EHT. L’Italia ha contribuito solo scientificamente e al momento non ci sono altre persone né laboratori coinvolti o soldi investiti dall’Italia in questa impresa”.
Nell’EHT, presso cui De Laurentis è membro dello Science Council, sono presenti circa 20 donne tutte determinate che si fanno valere in un campo in cui secondo molti solo gli uomini possono primeggiare, spiega la scienziata: “Siamo ancora troppo poche ma molto determinate e ci facciamo valere. Purtroppo ci sono ancora molti pregiudizi riguardo le donne, c’è un retaggio culturale secondo il quale solo gli uomini possono primeggiare in certe discipline e se una donna li scavalca, apriti cielo. Ma, essendo una persona positiva e ostinata, cerco sempre di trasformare queste “difficoltà” in opportunità”.
Poi conclude dicendo che a causa della pandemia: “Abbiamo dovuto fermare la campagna di osservazioni, ma non il nostro lavoro. In particolare, siamo focalizzati sull’immagine di Sagittarius A*, il buco nero al centro della nostra galassia. Su questo siate pronti perché presto vi stupiremo”.