“Abbiamo voluto chiamarla come l’ultimo e sfortunato membro della dinastia sveva“, ha detto Giuseppe Castaldo, del reparto di Medicina molecolare della Federico II e del Ceinge. L’articolo è in via di pubblicazione sulla rivista Frontiers in Oncology.
La variante è stata depositata nella banca internazionale Genebank con la sigla MZ054387. “Agisce rendendo il virus meno aggressivo, ma nello stesso tempo lo maschera al sistema immunitario“, ha osservato Castaldo. La variante “Corradino” resta così un caso isolato e assolutamente unico, ma comunque rappresentativo. Sempre più spesso, osservano i ricercatori, si pubblicano articoli scientifici che evidenziano nuove varianti che, come quella isolata nella donna a Napoli, compaiono in soggetti immunodepressi.
Nessuna preoccupazione dunque per gli abitanti della città o per l’intero popolo italiano, che già deve far fronte con l’avanzare della variante delta che ancora non ci lascia dormire sonni tranquilli. Ma probabilmente, finché non si raggiungerà un’immunità di gregge globale, ci sarà sempre il rischio di una nuova mutazione, visti i collegamenti tra i vari paesi grazie alla globalizzazione.