Nella bozza, diffusa dall’Ansa, si chiarisce che l’aggiornamento “individua e disciplina le misure necessarie a fronteggiare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari di potenza ubicati ‘oltre frontiera’, ossia impianti prossimi al confine nazionale, in Europa e in paesi extraeuropei”.
Tra le principali misure previste all’interno del piano spicca la necessità di disporre di un riparo al chiuso, restando all’interno delle abitazioni con porte e finestre serrate e sistemi di ventilazione o condizionamento spenti per brevi periodi di tempo, con un limite massimo posto a due giorni.
In più iodoprofilassi (pratica che mira ad assicurare una fonte di iodio a tutta la popolazione), monitoraggio della contaminazione personale, controllo della filiera produttiva (con eventuali restrizioni alla commercializzazione di prodotti agroalimentari) e limitazione all’importazione di beni e derrate alimentari.
Le autorità nazionali sottolineano che si tratta soltanto di una revisione del piano: al momento non vi è alcuna emergenza concreta. Per questo motivo l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso una nota per opporsi all’assunzione delle pillole di iodio, la cui richiesta è aumentata in Europa a seguito dell’attacco russo alla centrale di Zaporizhzhia.
Al momento l’utilizzo del farmaco risulta inutile e persino dannoso per l’organismo. L’Iss ha raccomandato, invece, il solo utilizzo del sale iodato per la preparazione e la conservazione degli alimenti in accordo con la campagna ‘Poco sale ma iodato’.