L’Italia è un posto pieno di meraviglie, troppe volte però danneggiate dagli stessi cittadini. E’ questo il risultato del report annuale di Legambiente – “MareMonstrum” – sui reati lungo le coste dello “stivale”. L’aggressione alle coste non si è fermata nemmeno nei mesi del lockdown e la magia nera di regione peggiore va ancora una volta alla Campania – così come lo scorso anno.
Secondo il dossier degli ambientalisti “in cima alla classifica del mare illegale 2020 troviamo gli illeciti legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento marino con la Campania stabilmente in testa con 2.053 reati (29,7% del totale nazionale); primato confermato anche sulle persone denunciate e arrestate (1.949) e per numero di sequestri (895).
In questo scenario, la mala depurazione rimane uno dei mali cronici del nostro Paese, come confermano i dati sulla copertura del servizio di collettamento e depurazione dell’Istat, con 40 Comuni, per 394 mila abitanti, senza il servizio pubblico di fognatura e 339 Comuni, con circa 1,6 milioni di residenti, privi di impianti di depurazione (i valori più elevati sono evidenti per il Mezzogiorno e le Isole)“.
La Campania viene però scalzata dal primo posto per quanto riguarda i reati legati al ciclo del cemento. E’ della Sicilia il primo gradino del podio con “1.471 reati (15,4% del totale nazionale) con 1617 persone denunciate e arrestate e 166 sequestri“.