Economia

Reddito di Cittadinanza. Insoddisfazione dei beneficiari tra somme troppo basse e discriminazioni

È passato poco più di un mese dall’avvio alle richieste per il Reddito di Cittadinanza. La manovra del Governo che era stata baluardo elettorale del Movimento 5 Stelle e che ha diviso gli italiani fin da subito. A conti fatti però, i risultati non sono quelli prospettati dal Ministro Di Maio. Ciò è evidente sulla pagina Facebook dell’Inps, l’ente il quale eroga tali sussidi. 

Il calcolo dell’ammontare del Reddito di cittadinanza segue infatti una regola che si basa da un lato sulla situazione reddituale che emerge dall’Isee, dall’altro su un “parametro della scala di equivalenza” che corrisponde a 1 qualora il nucleo familiare sia composto di una sola persona e che viene aumentato di 0,4 per ogni minorenne a carico. Il massimo arriva fino a 2,1 (2,2 se sono presenti disabili non autosufficienti). Questo parametro viene moltiplicato per una cifra di massimo 6000 euro annui. Così l’Inps ricava l’importo complessivo per ogni beneficiario. 

Dopo le iniziali richieste, sono infatti giorni che i potenziali beneficiari ricevono comunicazioni sull’accoglimento o rigetto delle loro domande, in vista della prima erogazione del sussidio del 27 aprile. Chi riceve l’accettazione può anche verificare l’importo che gli spetta del sussidio. Da qui partono i primi malumori. Infatti, a seguito delle comunicazioni, c’è già chi lamenta su Facebook l’esiguità reale dell’importo. Molti parlano di somme che oscillano tra i 40 e 100 euro al mese. Una cifra assai lontana dal massimo di 780 euro.

L’insoddisfazione per la manovra non starebbe solo in ciò. Molti lamenterebbero anche una vera e propria discriminazione che si sarebbe creata sui luoghi di lavoro. Gli imprenditori avrebbero infatti iniziato ad assumere solo beneficiari del reddito, per via degli sgravi fiscali che ne deriverebbero. “Assumono solo chi beneficia del reddito”. “Se prima era difficile ora è impossibile trovar lavoro”. Questi sono solo alcuni dei commenti che riempiono la piattaforma Inps.

Insomma, prima ancora di essere erogato, il reddito di cittadinanza rischia già di far guai. Non ne saranno molto contenti i vertici del Governo.