Al primo posto sembrano esserci le pensioni. Con la legge Fornero, afferma il Fmi, l’Italia ha fatto un grosso passo in avanti, molto più di numerose altre nazioni, eppure si tratta ancora di una voce che pesa troppo sul bilancio dello Stato. Dovrebbero essere ridotte e disincentivate le opzioni di pensionamento anticipato. Quota 100 dovrebbe cessare nel 2021, ma affinché i conti pubblici possano valersi dei benefici della legge Fornero ci vorranno decenni: è necessario dunque ridurre gli assegni in caso di uscita anticipata.
Altro problema sarebbe il Reddito di Cittadinanza, che avrebbe spinto i beneficiari a non cercare lavoro. I più poveri e le famiglie numerose, in sostanza, si accontenterebbero dell’assegno rinunciando a cercare un impiego. Una situazione resa più complicata dai salari bassi, che comportano l’uscita dal meccanismo del Reddito di Cittadinanza senza assicurare uno stipendio tale da accettare di rinunciarvi.
Spesso si è puntato il dito contro l’austerità, tanto che l’esperienza di Governo a guida M5S e Lega Nord ha introdotto dei meccanismi di tendenza contraria. Provvedimenti che, però, almeno per adesso non hanno portato i risultati sperati, ma probabilmente le carenze vanno trovate nell’operato politico: la riforma dei centri per l’impiego non ha avuto luogo e non si è riuscito a creare nuovi posti di lavoro. Le retribuzioni restano basse, troppo basse. Insomma, finché i governi italiani non riusciranno a mettere da parte gli slogan, l’Italia non potrà mai risolvere i suoi problemi.