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Variante Omicron, dal vaccino “aggiornato” alla quarta dose: cosa potrebbe cambiare

Per frenare l’avanzata della variante Omicron, che dal Sudafrica ha fatto il suo ingresso anche in Europa, il mondo scientifico sta testando l’efficacia dei vaccini anti-covid attualmente utilizzati per valutare l’eventuale necessità di introdurre un farmaco “aggiornato” o rafforzare la protezione attraverso una quarta dose.

Variante Omicron: vaccini e ipotesi quarta dose

Il nuovo ceppo, caratterizzato da un elevato numero di mutazioni (alcune mai viste prima), potrebbe rivelarsi maggiormente trasmissibile andando a limitare anche la copertura offerta dal vaccino. Per tale motivo gli studiosi sono al lavoro per capire se gli attuali vaccini sono in grado di proteggere la popolazione immunizzata dalla nuova variante. I dati saranno trasmessi nelle prossime settimane ma al momento già si ipotizza la necessità di effettuare degli adattamenti.

Dopo Pfizer e Moderna anche l’azienda Takis si è detta pronta a progettare un vaccino italiano specifico per contrastare il nuovo ceppo annunciando di poter avviare i test preclinici nelle prossime settimane. Un “rafforzamento” che servirebbe ad ampliare la protezione già in parte offerta dalle dosi somministrate. I soggetti risultati positivi in Campania, ad esempio, presentano sintomi lievi, probabilmente proprio grazie alla vaccinazione.

L’efficacia del vaccino, dunque, potrebbe venir meno soltanto parzialmente come confermato dal dottor Peter Hotez, virologo della National School of Tropical Medicine di Houston, che alla CNN ha spiegato: “E’ improbabile che questa nuova variante sia totalmente resistente agli attuali vaccini. Potrà esserlo parzialmente proprio come per le altre varianti”.

Sulla stessa scia l’immunologo Alberto Mantovani che, in un’intervista a La Stampa, ha spiegato: “Davanti altre varianti preoccupanti i vaccini hanno offerto una protezione ridotta, ma significativa. Più aumenta l’allenamento del sistema immunitario, terza dose e antinfluenzale compresi, più cresce il repertorio di quell’orchestra segreta che è il sistema immunitario. Guariti con due dosi e altre persone con tre dosi probabilmente ampliano la risposta immunitaria contro tutte le varianti”.

Di qui l’importanza di completare il ciclo vaccinale con terzo richiamo aprendo la strada verso un’ulteriore dose: “La terza dose potrebbe dare una buona protezione per Omicron e predisporre meglio a un’eventuale quarta dose aggiornata”.

Un orientamento condiviso anche da Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che, intervenuto a Sky TG24, ha dichiarato: “La terza dose per contrastare anche la variante Omicron è necessaria. Tutto ci fa ipotizzare che sia più contagiosa. Non si può escludere l’ipotesi di una quarta dose”.

 

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre