Una terminologia violenta, volgare, che alza i toni al posto di essere distensiva. Anche nei mesi scorsi, tra lanciafiamme e cinghialoni, le parole utilizzate non erano state delle più “istituzionali” seppure apprezzate dal popolo dei social e dagli elettori che gli hanno riaffidato la guida della Campania con il 68% delle preferenze. In primavera però la situazione era diversa, allora si trattava di convincere i cittadini a essere responsabili e le espressioni adoperate, nonostante non fossero bellissime, hanno avuto oggettivamente una certa efficacia. Oggi tale atteggiamento potrebbe però avere l’effetto opposto, ossia esasperare qualche animo.
Il presidente si riferiva certamente a vandali, criminali e non alle persone perbene con le quali tutt’ora dialoga, eppure nell’ottica del mantenimento dell’ordine pubblico forse è il caso di abbassare i toni, soprattutto se si tratta della personalità più esposta e contestata. In questo momento bisogna essere concilianti, il che non vuol dire non essere duri con chi si comporta in modo criminale, non vuol dire avere paura o arrendersi a quei soggetti.