Video. Le donne musulmane di Napoli: “Insultate e aggredite per strada. Abbiamo paura”


“Qual è l’altra faccia del terrore? Soprattutto le donne, ma anche gli uomini di religione musulmana, vengono aggrediti e insultati per crimini nei quali non c’entrano nulla”. Gaia Bozza di Fanpage.it è andata in giro in una delle Moschee di Napoli per raccontare e svelare l’altra faccia del terrore, quella che colpisce le donne che portano il velo e tutti coloro di religione musulmana.

Minacce, aggressioni e insulti sono solo alcune delle intimidazioni che i musulmani, in particolar modo le donne, sono costretti a subire. Gli atteggiamenti verso gli islamici sono cambiati soprattutto dopo l’ultimo attentato jihadista che giorni fa ha colpito il cuore di Parigi. “Quando sono uscita sabato alle 18,00 c’erano due uomini vicino alla Moschea e hanno iniziato ad aggredirmi – racconta una donna – Ero da sola. Mi hanno detto voi musulmani siete terroristi, andatevene dal nostro Paese, non c’è posto per voi qua. Io ho paura”

Portare il velo è diventato un rischio talmente alto che sono in molte a voler uscire senza; un modo per proteggersi, per non farsi riconoscere e forse per essere accettati dalla società. Musulmano non significa terrorista e sono in tanti a volersi difendere da questi pregiudizi e a ribadire a tutto il mondo che l’Islam non è una religione del terrore, ma una religione che professa la pace: “Io non voglio giustificarmi su niente perchè non penso di essere responsabile di fattacci vari. Mi dispiace per tutti i morti, per Parigi, non è Islam e l’hanno detto in mille salse. Io non c’entro niente, come tanti altri musulmani ci siamo sempre comportati bene. Non è giusto che dobbiamo pagare per delle colpe che non abbiamo. La nostra è una religione di pace, ma molti la stanno infangando.”

I musulmani, quelli onesti, stanno pagando per colpe che non hanno. Si sentono osservati, presi di mira e terrorizzati da chi crede che da un momento all’altro chiunque indossi un velo possa farsi esplodere. Una paura giustificata, ma che inconsapevolmente si trasforma in puro razzismo.

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