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Dalle telecamere al veleno per topi per uccidere Giulia: il piano di Impagnatiello

Avrebbe pianificato l’uccisione della compagna giorni prima Alessandro Impagnatiello, il 30enne reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano. Dalle ricerche fatte su internet all’acquisto del veleno per topi: sono diverse le piste che conducono gli inquirenti verso la strada della premeditazione.

Alessandro Impagnatiello avrebbe premeditato l’omicidio di Giulia Tramontano

L’elemento chiave per la Procura, stando a quanto rende noto Open, sarebbe proprio il topicida. Alle ricerche fatte sul web subito dopo l’omicidio, per ricavare informazioni per bruciare il cadavere, si aggiungerebbero, infatti, quelle dei giorni precedenti alla tragedia: Impagnatiello si sarebbe interessato degli effetti del veleno per topi sulle persone.

“Veleno per topi all’uomo” – queste le parole precise digitate dall’indagato che avrebbe poi acquistato il prodotto. Nell’ultimo sopralluogo dei carabinieri, all’interno della sua abitazione, ne è stata ritrovata una confezione.

A ciò si affianca la questione delle telecamere: insieme alla madre, ne avrebbe chiesto l’esatta ubicazione in alcuni bar della zona. Una faccenda che va ulteriormente indagata, vista anche la presenza della mamma, al momento estranea ai fatti e apertamente schierata contro il figlio.

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Certo è che Impagnatiello avrebbe tentato di inscenare l’allontanamento volontario e probabilmente il suicidio della ragazza. Lui stesso, infatti, avrebbe inviato dei messaggi a Giulia per avere sue notizie pur sapendo perfettamente che non avrebbe potuto rispondergli. Avrebbe addirittura contattato la madre e denunciato la scomparsa ai carabinieri.

Emergono anche nuovi indizi sulla personalità dell’omicida: c’è chi lo descrive un “narcisista manipolatore” e chi, nell’ambiente lavorativo, lo conosceva come “il lurido”, soprannome che gli era stato affibbiato dai colleghi.

Dopo aver confessato l’omicidio, Impagnatiello è stato trasferito nel carcere di San Vittore a Milano. Qui, nelle scorse ore, avrebbe chiesto di vedere suo figlio di 8 anni, nato da una precedente relazione. Una richiesta che ha suscitato polemiche e che, secondo il noto psichiatra Paolo Crepet, potrebbe essere una vera e propria strategia,  probabilmente consigliata dai legali, oltre ad un grave errori nei confronti del bambino stesso.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre