Vesuvio, convocata l’Assemblea Pubblica: “Gli incendi sono un business. Mangiano sulla nostra pelle”

Pinete carbonizzate sul Vesuvio. Ph: associazione Primaurora


Le fiamme sul Vesuvio si sono spente e con esse il dibattito intorno alla prevenzione e alla gestione delle emergenze. Era il 2017 quando, successivamente ad un incendio che ha devastato il parco, le istituzioni affermarono che qualcosa del genere non sarebbe mai più successo. Otto anni dopo invece è accaduto di nuovo. Enormi interrogativi sono emersi sulle modalità di controllo del territorio, sulla prevenzione degli incendi, sulla tempestività di intervento.

Incendi sul Vesuvio: tra business e poca trasparenza

I cittadini e gli attivisti del Movimento Vesuvio Libero, dopo aver cercato inutilmente di dialogare con le istituzioni, hanno indetto un’assemblea pubblica per il giorno 20 agosto alle ore 18:30 presso Piazza Vargas a Boscoreale. Di seguito quanto spiegano in un comunicato stampa.

“L’Ente Parco, in questi ultimi giorni concitati ci ha tenuto a far sapere che: lo stato di emergenza è archiviato, gli incendi sono stati domati e rimane attiva l’attività di bonifica al termine della quale riapriranno anche i sentieri. Il presidente De Luca si dice soddisfatto del lavoro svolto e, in una intervista rilasciata ad un giornale locale, auspica una pronta ripresa del Brand Vesuvio”.

“Nel frattempo continuano ad arrivarci segnalazioni di nuovi focolai, spenti soltanto per l’intervento provvidenziale dei canadair, dei volontari e della pioggia. Per cui, noi cittadini e cittadine così ottimisti non riusciamo ad essere”.

“Sappiamo che il business degli incendi ha portato grossi guadagni nelle tasche delle compagnie che gestiscono canadair, che lo stato di emergenza e la militarizzazione – che sempre più si sovrappone “manu militari” a quello della PREVENZIONE – piace molto a chi ci amministra perché muove altro denaro e che l’Ente Parco ha fretta di ripristinare l’apertura dei cancelli perché il turismo incessantemente spinge alle porte”.

“Di fatto la Montagna ha smesso di essere nostra già da tempo: filo spinato ed ingressi a pagamento sono la realtà spacciata per TUTELA. Ma davvero noi siamo pronti/e ad accettare che questo ennesimo attentato alla biodiversità ed alla nostra salute termini ancora una volta nella totale indolenza?”.

“Solo pochi giorni fa abbiamo presentato alle istituzioni la nostra PIATTAFORMA, chiedendo, così come l’assemblea aveva deciso, un tavolo tecnico nel quale poter portare le nostre proposte. Ad oggi, non siamo stati convocati: i tavoli si susseguono ma a MANGIARE sono sempre gli stessi. E lo fanno sulla nostra pelle”.

“Abbiamo il diritto alla verità: dobbiamo sapere perché questo disastro si è ripetuto e chi sono i responsabili. Abbiamo il diritto di prendere il CONTROLLO della nostra MONTAGNA e non ci arrenderemo fin quando questo non accadrà. Adesso, arriveranno ingenti stanziamenti per la ripiantumazione e la messa in sicurezza: che tutti i disoccupati e le disoccupate di questi territori vengano coinvolti”.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI