Raspadori si racconta: “La telefonata con Spalletti e Giuntoli mi ha cambiato la vita”

Gol di Jack Raspadori raccontato da Francesco Repice - Foto SSC Napoli


 

Raspadori racconta del suo primo anno al Napoli

Giacomo Raspadori è stato uno dei simboli della cavalcata del Calcio Napoli verso il terzo Scudetto. Indimenticabile il gol alla Juventus che si può definire tra quelli decisivi per la vittoria del campionato. Intervistato durante il podcast “Cronache di Spogliatoio”, l’attaccante ha rivelato una serie di retroscena ed ha spiegato com’è andato il suo primo anno a Napoli, tra convivenza con la moglie e l’affetto dei tifosi.

Il retroscena Raspadori-Napoli e la chiamata decisiva

La prima domanda è quella legata alla trattativa che ha portato l’attaccante al Napoli. Raspadori racconta: “Se la mia vita è cambiata, lo devo anche ad una telefonata: quella con cui Spalletti e Giuntoli mi hanno spiegato perché avrei dovuto firmare con il Napoli. Ho avuto tutta la volontà nel mondo nel prendere questa decisione. Direi che ha pagato. In particolar modo, c’è un momento in cui ho capito che quella scelta era stata giusta al 100%. La settimana successiva alla rete contro la Juventus a Torino al 93’, stavo andando a Castel Volturno per allenarmi. Mentre guidavo, c’era uno striscione che celebrava il mio gol. Mi sono venuti i brividi e mi ha fatto anche uno strano effetto”.

Raspadori in azione contro il Milan

Il primo anno a Napoli tra convivenza e festeggiamenti

Giacomo Raspadori ha poi commentato l’affetto che la città di Napoli ha avuto per lui e la sua famiglia: “I  festeggiamenti sono stati un emblema in giro per l’Italia e per il mondo. È un caso in cui puoi veramente dire: è stata la vittoria di tutti. Non sono mai mancate le motivazioni, neanche quando i punti di vantaggio erano tanti ed è più facile staccare la spina. Spalletti e il gruppo hanno saputo trovare da soli l’energia e lo stimolo per cercare qualcosa in più. Quando hai così tante persone attorno che spingono la squadra, venendo ogni giorno al campo d’allenamento, non puoi abbassare la guardia”.

Sul primo anno nella città di Napoli: “In poco tempo la mia vita ha accelerato. Quest’anno, io ed Elisa, siamo andati a vivere insieme. Siamo in grande sintonia, ognuno ha i suoi compiti e se non vengono rispettati ci sgridiamo. Ma siamo capitati bene, anche a livello di cibo tra Emilia-Romagna e Campania è una lotta all’ultimo piatto. Ogni volta che andiamo al ristorante, qui ti riconoscono, sanno chi sei e ti danno tutto l’amore di Napoli. Dal supermercato allo stadio. Una passione così, nel quotidiano, non esiste da altre parti. Tra una portata e l’altra, oppure al momento del conto, scatta sempre la videochiamata con l’amico o il parente da salutare. Il modo di vivere è diverso, sei immerso. Questo sport, in tante occasioni, ti può fare maturare tantissimo e nel modo giusto”.

 


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