L’amarezza di Pandev: “Con il VAR avremmo vinto la Supercoppa di Pechino”
Feb 26, 2025 - Stefano Esposito
Goran Pandev, leggenda del calcio macedone e indimenticato ex attaccante di Inter e Napoli, è tornato a parlare di uno degli episodi più controversi della sua carriera: la finale della Supercoppa Italiana del 2012, disputata a Pechino contro la Juventus.
In una recente intervista rilasciata a Il Mattino, Pandev ha espresso un parere netto e deciso: “Sono convinto che oggi con il VAR non avremmo perso mai”.
Una dichiarazione che riapre vecchie ferite per i tifosi partenopei e riaccende il dibattito su una partita che, a distanza di oltre dodici anni, continua a far discutere.
Un ricordo ancora vivo
La Supercoppa Italiana del 2012, giocata l’11 agosto allo Stadio Nazionale di Pechino, vide il Napoli di Walter Mazzarri affrontare la Juventus di Antonio Conte.
Gli azzurri, freschi vincitori della Coppa Italia, si presentarono con grandi ambizioni e, per lunghi tratti, dimostrarono di essere all’altezza della sfida.
Pandev stesso fu tra i protagonisti, segnando il gol del momentaneo 2-0 dopo la rete iniziale di Edinson Cavani.
Tuttavia, la partita prese una piega drammatica: sul punteggio di 2-2, all’84’, il macedone venne espulso dall’arbitro Paolo Silvio Mazzoleni per un presunto insulto al guardalinee.
Poco dopo, anche Juan Camilo Zuniga e lo stesso Mazzarri subirono lo stesso destino, lasciando il Napoli in inferiorità numerica.
La Juventus approfittò della situazione e, nei tempi supplementari, si impose per 4-2 grazie ai gol di Arturo Vidal (su rigore) e Mirko Vucinic, conquistando il trofeo.
L’amarezza di Pandev
Per Pandev, quella sconfitta resta un boccone amaro: “La finale della Supercoppa di Pechino nel 2012 fu una delusione enorme. Facemmo una grande partita contro la Juventus e perdere in quel modo non fu bello“.
Il macedone non ha dubbi: l’introduzione del VAR, tecnologia assente all’epoca, avrebbe cambiato le sorti dell’incontro. “Con il VAR non avremmo perso mai, anche se i bianconeri erano altrettanto forti“, ha aggiunto, sottolineando come le decisioni arbitrali abbiano avuto un peso determinante nell’esito della gara.
L’espulsione ricevuta, in particolare, è sempre stata al centro delle sue riflessioni: in passato, Pandev aveva dichiarato di non aver detto nulla di grave al guardalinee, sostenendo che il rosso fosse immeritato.
Un trofeo “rubato”?
Non è la prima volta che Pandev torna su quell’episodio. In altre interviste, come quelle rilasciate a Radio Kiss Kiss Napoli, l’ex attaccante aveva usato toni ancora più duri: “Ci rubarono la partita. Solo così potevano vincere, buttandoci fuori 3-4 persone“.
Parole che riflettono il sentire di molti tifosi del Napoli, convinti che la gestione arbitrale di Mazzoleni abbia condizionato irrimediabilmente il match.
Il rifiuto del club partenopeo di partecipare alla cerimonia di premiazione, su decisione del presidente Aurelio De Laurentiis, fu un segnale forte di protesta contro una direzione di gara ritenuta scandalosa.
Il rimpianto di una carriera gloriosa
Pandev, che con il Napoli ha vinto due Coppe Italia e lasciato un segno indelebile con 22 gol in 124 presenze, guarda a quell’episodio come a uno dei momenti più difficili della sua avventura azzurra. “A Pechino nel 2012 noi eravamo i più forti“, ha ribadito nell’intervista a Il Mattino, evidenziando la qualità di una squadra che, in quella stagione, aveva dimostrato di potersela giocare con chiunque.
Il rammarico per la Supercoppa si affianca a quello per l’eliminazione dalla Champions League nel 2013, quando il Napoli uscì con 12 punti nella fase a gironi: “Eravamo in un girone difficile, ma avremmo potuto arrivare in fondo“, ha confessato.
Un messaggio ai tifosi
Oggi, lontano dai campi da gioco e impegnato come direttore generale della federazione macedone, Pandev conserva un legame speciale con Napoli. “Inter e Napoli rappresentano le pagine più belle della mia carriera”, ha dichiarato, mostrando affetto per due piazze che lo hanno consacrato come campione.
Le sue parole sulla Supercoppa di Pechino non sono solo un ricordo personale, ma un invito a riflettere su come il calcio sia cambiato con l’avvento della tecnologia.
Per i tifosi partenopei, però, resta il sogno di riscattare quella notte in Cina, magari con un nuovo trofeo da alzare al cielo. E Pandev, da lontano, continua a tifare per loro.
