“In zona rossa scuole chiuse, ma ludoteche aperte”. Associazioni denunciano la disparità


Le associazioni di categoria Sic (Servizi Infanzia Campania), Confapi Scuole Paritarie Campania, con l’appoggio dell’associazione Scuole Aperte Campania, hanno denunciato una disparità in merito ai provvedimenti presi in seguito all’entrata in vigore del nuovo dpcm del 2 marzo 2021, dichiarando che in zona rossa le scuole restano chiuse, mentre è stata autorizzata l’apertura delle ludoteche.

Ludoteche aperte e scuole chiuse: le associazioni in protesta

”Siamo davanti a una disparità di provvedimenti che si fa davvero fatica a comprendere. Nell’ottica della tutela della salute, non si capisce come sia possibile che, in seguito all’entrata in vigore del dpcm del 2 marzo 2021, in zona rossa siano state chiuse tutte le scuole mentre è stata autorizzata l’apertura delle ludoteche”.

Le associazioni, presiedute da Katia Mascolo (SIC), Valentina Ercolino (Confapi-Scuole paritarie Campania) e Palmira Pratrillo (Scuole Aperte Campania) sottolineano in un comunicato stampa che ”non si comprende, altresì, come mai i servizi educativi privati e paritari 0/6 anni si siano visti negare la possibilità di attivare all’interno delle proprie strutture centri ludico-ricreativi, riducendo il tutto alla mancata presenza in visura camerale del codice ateco 93.29.90.

Non vogliamo in alcun modo ledere l’attività dei gestori delle ludoteche ma vogliamo evidenziare ancora una volta l’incoerenza con cui è applicata la norma. Segnaliamo, inoltre, una questione ancora più grave relativa al personale delle ludoteche che non è stato inserito di diritto nella campagna vaccinale. Riteniamo che tale scelta sia davvero scellerata, dal momento che questo comparto ha a che fare con la stessa utenza dei servizi educativi e scolastici 0/6 anni.

Quindi, ad oggi, il personale scolastico risulta vaccinato ma non può operare, il personale delle ludoteche non può vaccinarsi, pur volendo, ma può operare. Eppure entrambe le categorie hanno investito in adeguamenti, dispositivi di protezione, procedure di sanificazione quotidiana, aumento personale e riduzione numero di bambini”, concludono le associazioni, con la speranza che qualcuno possa prendere provvedimenti in merito a tale denuncia.


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