Maturità, tra le tracce il libro di Piero Angela: di cosa parla e perché è importante


Sono partiti questa mattina gli esami di Maturità e tra le 7 tracce della prima prova di italiano spicca quella sull’ultimo libro di Piero Angela, dal titolo Dieci cose che ho imparato, che ha incuriosito anche chi non sta sostenendo le prove: in molti, infatti, si sono chiesti di cosa parla il grande divulgatore scientifico nella sua opera finale, curata dal figlio, Alberto Angela.

Piero Angela, di cosa parla il libro Dieci cose che ho imparato

In Dieci Cose che ho imparato, Piero Angela mette al servizio dei lettori la sua conoscenza, spiegando loro in che modo possono usare la scienza per migliorare la loro vita e quella della collettività. Una “guida”, dunque, per rilanciare l’Italia con una nuova visione.

Questo libro raccoglie alcune cose che ho imparato in tanti anni di professione, di incontri, di esperienze, di libri letti e scritti, di speranze e delusioni” – con queste parole l’autore ha riassunto e spiegato l’essenza del teso, scritto di getto e nato dall’urgenza del momento e delle enormi sfide che ci attendono.

“Come è possibile che un paese come l’Italia, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà e abbia perso le sue luci?” – si chiede Angela tra le pagine del libro. Domanda che non lascia in sospeso: la risposta è proprio nei 10 capitoli del testo (le “dieci cose” del titolo), ognuno dedicato ad una determinata area critica su cui occorre agire.

Per oltre 50 anni, infatti, Piero Angela si è occupato a tempo pieno di svariati argomenti, dalla scienza alla tecnologia passando per l’ambiente, l’informazione, l’energia, la televisione, i comportamenti. Di qui la condivisione con gli altri, attraverso il libro, di alcune proposte, frutto della sua lunga esperienza sul campo.

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“Carissimi, questa mattina ho appreso, come tanti di voi, che, tra le tracce della prima prova della maturità 2023, c’è un brano tratto da Dieci cose che ho imparato, l’ultimo libro di mio padre Piero. Questo non è un solo riconoscimento a lui in qualità di divulgatore e giornalista, ma rappresenta anche un messaggio di fiducia per l’intera categoria dei giornalisti – ha scritto Alberto Angela sui social.

“Nel corso di tutta la sua vita Piero ha fatto della buona informazione, ha lavorato in modo limpido e razionale, documentandosi e spiegando, in modo chiaro e attento, tantissimi argomenti. Ebbene, in un mondo fatto di fake news, titoli strillati e informazioni fugaci, il suo modo di fare informazione resta un esempio e deve essere da incoraggiamento per tutti quei giornalisti che fanno il loro lavoro seriamente e in modo indipendente, cercando le fonti e portando avanti inchieste approfondite”.

“Questo fa sì che la gente possa ragionare e farsi un’idea propria. Stimolare il pensiero e dare materiale per la mente: questo è stato il suo giornalismo che, evidentemente, resta un esempio da seguire. E, soprattutto, mi fa davvero piacere realizzare che Piero, anche oggi, è al fianco dei ragazzi. Quei giovani cui ha scelto di rivolgersi alla fine con il suo ultimo lavoro televisivo e che, in fondo, continua ad aiutare proprio stimolandone il ragionamento e la crescita”.

“Questa traccia è rivolta al futuro e alla costruttività. La scelta di sottoporla ai ragazzi come spunto di ragionamento mi rende orgoglioso perché è rivolta anche al nostro Paese, che proprio dei giovani ha bisogno per migliorare e rinnovarsi. Raccolgo le parole di Piero per ricordare oggi, a questi ragazzi, che è giunto il momento di fare la loro parte. Noi vi siamo accanto, dandovi la spinta per continuare a fare bene perché c’è bisogno di tutti voi. In bocca al lupo a tutti i maturandi per gli esami e per un futuro radioso”.


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