Mario Salieri, il re dell’hard: “Sono cresciuto al Vomero, Napoli è sempre con me” | ESCLUSIVA

Mario Salieri


Mario Altieri, in arte Mario Salieri, è uno dei nomi più conosciuti nel panorama del cinema per adulti a livello mondiale. Napoletano, nato e cresciuto nel quartiere collinare Vomero, ha contribuito in maniera sostanziale alla crescita del movimento, dando vita ad un filone che ha trasformato le pellicole hard irrimediabilmente.

Mario Salieri, il re dell’hard ai microfoni di Vesuviolive.it

La sua carriera è iniziata tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Oltre 200 film girati, è considerato un idolo da intere generazioni. La sua propensione a costruire trame articolate adattandole alla pornografia, ha fatto di lui un vero e proprio innovatore del genere.

Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo in esclusiva.

Nato e cresciuto a Napoli, ha sempre portato un pezzetto della sua città in giro per il mondo

“Si, sono nato e cresciuto a Napoli. Vivevo al Vomero, i miei genitori avevano una concessionaria lì. Nel corso della mia vita e della mia carriera, anche se poi sono andato a vivere lontano, ho sempre portato con me la mia città. In tutti i miei film c’è la terra che amo”.

Cosa l’ha spinto ad intraprendere il percorso che l’ha portato a diventare il re del cinema hard?

“È stata una scelta prettamente imprenditoriale. Nel 1979, l’industria fiorente del cinema pornografico su pellicola cominciò lentamente a cedere il passo alla videoregistrazione domestica su larga scala, avviata dall’innovativo e accessibile videoregistratore Sony Betamax, poi sostituito dal VHS. La diffusione di questa nuova tecnologia analogica portò rapidamente alla chiusura di tutte le sale a luci rosse, sostituendo la pellicola inizialmente con il sistema video BVU e successivamente con i più avanzati e costosi Betacam e Pollice.

La scelta di entrare nel mondo del porno fu dettata dal fatto che c’era uno spazio in quel mercato che in altri non vedevo. Così iniziai a commerciare clandestinamente vhs, avviando le prime produzioni ad Amsterdam, per poi aprire la “999 Black & Blue Productions”, che aveva sede a viale Michelangelo, sempre al Vomero. Lì è iniziato ufficialmente il mio percorso nell’industria dell’hard”.

Quali sono le due icone maschili e femminili del mondo del porno?

“Certamente Rocco Siffredi e Moana Pozzi“.

Qual è il suo rapporto con gli attori?

“Di solito, il mio rapporto con gli attori è difficile perché sono molto esigente e intransigente con chi non è preparato, poco motivato o poco impegnato. Sfortunatamente, nel corso degli anni, questa categoria è diventata sempre più numerosa”.

C’è qualche pellicola a cui è legato particolarmente?

“Difficile individuarne una. Tutti i film e le saghe che ho prodotto mi hanno dato qualcosa. In genere è sempre l’ultima a cui sto lavorando quella a cui mi lego di più”.

Qual è il rapporto dei giovani di oggi con il porno ed il sesso?

“Da sempre, l’immaginario sessuale degli adolescenti è stato influenzato dalla ricca area delle arti visive. Inizialmente la letteratura erotica, poi affiancata o sostituita da disegni, fotografie e infine da audiovisivi, ha costituito un ampio serbatoio d’ispirazione per i giovani e non solo.

Oggi, il problema risiede nell’estrema facilità di accesso a queste informazioni visive da parte di una fascia d’età troppo giovane e quindi non preparata, spesso priva delle necessarie capacità cognitive”.

Quanto è cambiato il porno negli ultimi tempi?

“Molto. Oggi c’è molta più finzione. Esistono dei metodi che consentono all’uomo di avere prestazioni superiori, ma di contro hanno reso le scene decisamente meno realistiche”.

È l’idolo di generazioni, come la fa sentire?

“Solo più vecchio (ride, ndr)”.

Da chi è composto il suo pubblico?

Il mio pubblico è sempre stato composto da spettatori molto attenti alla trama e alla ricerca di erotismo, ancor prima della pornografia.

La grande sfida nel costruire una narrazione credibile è rappresentata dalle limitate capacità interpretative degli attori e delle attrici del settore pornografico. Anche se molti di loro sono particolarmente bravi nel praticare sesso esplicito seguendo le indicazioni del regista, spesso non sanno recitare, il che rappresenta un serio limite, poiché pochi riescono a imparare.

Per superare questo ostacolo, affianco al cast del circuito porno attori e attrici del cinema o del teatro tradizionale che, con il loro prezioso contributo, rendono credibile il percorso narrativo”.

Cosa fa oggi Mario Salieri?

“È da poco uscita la mia nuova serie, La Veggente di Casavatore, che sta ottenendo grande successo anche oltreoceano. Ed ha vinto già tantissimi premi, tra cui quello come Miglior Serie Web al Cinestar Chicago Film Festival”.

Anche nel suo ultimo lavoro Napoli è protagonista. Che messaggio vuole lanciare alla sua città?

“Sì, Napoli è sempre con me. Torno spesso a casa, appena posso sono lì. Alla città e ai giovani che la vivono posso solo dire che bisogna fare di tutto affinché si estirpi definitivamente il male che a volte ruba le prime pagine dei giornali, per farla brillare agli occhi del mondo in tutta la sua bellezza”.


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