“Un giorno vi racconterò tutto”, anche Kvara ripete la canzone. Napoli ti vuole bene, ma sii onesto coi tifosi e te stesso

L'addio di Kvara a Napoli


“Un giorno vi racconterò tutto”. È l’ormai troppo scontato mantra che i calciatori, non solo quelli che hanno vestito la maglia del Napoli, ripetono ai tifosi al momento di cambiare casacca in circostanze turbolente. Nel video di addio ai partenopei anche Kvaratskhelia – che ha parlato rigorosamente in georgiano ad eccezione di un “Forza Napoli” (senza il “sempre”, come è d’uso tra i tifosi azzurri) – ha voluto allontanare da sé almeno una parte di responsabilità, di cui sicuramente sente il peso, per aver lasciato la squadra in un momento molto complesso con un obbiettivo importante per cui sta lottando.

Napoli non dimenticherà mai il 77

Napoli ricorderà per sempre con affetto il ragazzo georgiano che, finché ha vestito la maglia azzurra, ha dato tutto se stesso, al netto di un’efficacia delle giocate notevolmente diminuita da quando la sua concentrazione è virata (anche) su altro. Senza il 77 il terzo Scudetto non sarebbe mai giunto, molto probabilmente, nella stagione 2022/23. I napoletani non dimenticheranno mai le emozioni, lo spettacolo, la Poesia.

Certamente la delusione è tanta, non per l’addio in sé, ma per il modo e la tempistica in cui è maturato. Dopo le trattative infinite per il rinnovo, affidate al padre ed al procuratore, Khvicha ha comunicato alla società la volontà di essere ceduto. Non si ricordano casi in cui il giocatore più forte di squadra abbia esternato il desiderio di andare via subito nel mezzo di una stagione in cui è possibile costruire un altro capolavoro.

Kvara sia onesto con i tifosi e con se stesso

I Napoletani, tuttavia, gliel’avrebbero perdonata e gliela perdoneranno, perché ad un ingaggio come quello offerto dal PSG non si può dire di no. Stiamo parlando di una montagna, vera e propria, di denaro: a Parigi guadagnerà in circa un mese e mezzo quello che guadagnava a Napoli in un anno. Nessuno può biasimarlo nel calcio moderno dove i sentimenti non hanno più spazio nel cuore dei calciatori.

I tifosi lo sanno ed è per questo motivo che non vogliono sentire scuse. Se devono rassegnarsi alla partenza dei loro beniamini, questi ultimi potrebbero almeno usare la cortesia di essere onesti e trasparenti nel non additare ad altri la propria scelta. Così come è fondata la richiesta di non baciare la maglia a casaccio. La maglia, l’unica cosa che conta e che resta. Tutto il resto passa.


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