Senza ascensore, ragazzo con sindrome di Down vive isolato da 2 anni: l’appello della madre
Dic 10, 2025 - Michele Massa
Da oltre due anni Luigi, un giovane con sindrome di Down e gravi difficoltà motorie in seguito a un intervento di stabilizzazione occipitale, vive di fatto recluso nel suo appartamento al terzo piano di uno stabile IACP in via Giuseppe Campanale 9, a Pomigliano d’Arco. L’edificio è privo di ascensore e ogni uscita è impossibile: niente visite mediche, niente passeggiate, niente vita sociale. Solo isolamento forzato.
La storia di Luigi e l’appello disperato della mamma
La madre di Luigi denuncia da tempo una situazione che definisce “inumana”, aggravata dall’inerzia delle istituzioni competenti. “Ho presentato la richiesta di installazione dell’ascensore nel 2022 – racconta – e da allora ho scritto a tutti: Comune, ACER Campania, Regione, Ministero delle Infrastrutture, Difensore Civico, Garante dei Disabili. Nonostante la documentazione sia completa e i continui solleciti, non è stato avviato alcun intervento. Vergogna! L’unica risposta concreta è arrivata dalla Comunità Europea, che ha annunciato che prenderà provvedimenti”.
La donna spiega che nei giorni scorsi il Comune di Pomigliano d’Arco ha ufficialmente richiesto ad ACER Campania di assumere il caso e farsi carico dell’installazione dell’ascensore o di una soluzione alternativa. “Ringrazio il Comune per essersi mosso – aggiunge – ma da ACER non è arrivata alcuna risposta. E mentre gli enti restano in silenzio, un ragazzo disabile continua a non poter uscire di casa neanche per una visita medica”.
La vicenda solleva questioni che vanno ben oltre l’aspetto amministrativo: riguarda diritti fondamentali sanciti dalla legge italiana sull’eliminazione delle barriere architettoniche, dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e dalla Carta dei Diritti dell’Unione Europea. Fondamenti che, nella pratica, per Luigi non trovano applicazione.
La madre lancia quindi un appello accorato: “Chiedo pubblicamente, come madre e come cittadina: che venga fornito subito un riscontro formale, un cronoprogramma dei lavori o, in alternativa, un alloggio accessibile. È necessario restituire a mio figlio la libertà che gli spetta. Luigi non può continuare a essere prigioniero nella sua stessa casa”.
Una storia che interroga istituzioni e opinione pubblica, e che richiama l’urgenza di garantire a ogni persona, senza eccezioni, il diritto alla mobilità, alla dignità e a una vita piena.
