Secondo agguato di camorra in poche ore: Pasquale Buono ucciso in un negozio in pieno giorno


Ennesimo agguato a stampo camorristico nell’area nord di Napoli. Intorno alle 19:00, in corso Italia ad Afragola, un commando di due killer in scooter ha fatto irruzione nel negozio di biancheria “L’Arcobaleno” e ha aperto il fuoco su Pasquale Buono (tra i 37 e i 42 anni, secondo le fonti), uccidendolo con almeno quattro colpi — sette secondo alcuni testimoni — mentre cercava di ripararsi dietro al bancone.

Sul posto sono intervenuti agenti del Commissariato di Afragola, la Squadra Mobile di Napoli, i Carabinieri e i soccorsi del 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Il corpo è rimasto a terra, coperto, mentre si procedeva ai rilievi.

L’ipotesi della camorra e il clan Moccia

Secondo gli inquirenti, la modalità dell’agguato — due killer su scooter, caschi integrali, esecuzione rapida — presenta tutti gli elementi tipici di un regolamento di conti di camorra.

Pur essendo incensurato, Buono era ritenuto vicino a una delle “costole” del clan Moccia, storicamente radicato ad Afragola e nei comuni limitrofi.

Il clan Moccia, controllore storico dell’area nord di Napoli, opera da decenni in attività illecite come racket, droga e riciclaggio. Nato negli anni ’60, ha consolidato la propria influenza su Afragola, Casoria, Caivano e zone limitrofe.

Dinamica dell’agguato e prossimi passi

I killer hanno sparato da una moto — pare si trattasse di un T-Max — esplodendo tra quattro e sette colpi, colpendo Buono al torace e alla schiena.

Le indagini, affidate alla polizia locale e alla Squadra Mobile, si concentrano sull’analisi delle immagini delle telecamere di sicurezza e sull’identificazione dei mandanti e degli eventuali complici.

Il contesto: escalation criminale

Negli ultimi mesi, la tensione nella provincia nord di Napoli — tra Afragola, Caivano, Acerra e Frattamaggiore — è in costante aumento: sparatorie, agguati e nuovi assetti camorristici segnano una pericolosa escalation.

Questo omicidio si inserisce in un quadro di instabilità interna ai clan, con possibili spaccature e riposizionamenti tra le “costole” del Moccia.


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