San Carlo Acutis, la sua immagine ispira i giovani nella chiesa di Santa Croce: “Non siate fotocopie”


Dal cammino di fede di Carlo Acutis alla canonizzazione: la comunità della Basilica di Santa Croce celebra il giovane santo con una nuova tela.

Carlo Acutis: Il santo che ha reso la normalità straordinaria

La canonizzazione di Carlo Acutis è un evento che tocca profondamente la Chiesa e le comunità cristiane di tutto il mondo. Per i giovani, in particolare, rappresenta un segno concreto: la santità non è un ideale irraggiungibile, ma un cammino vissuto nella quotidianità.

Carlo, fin da piccolo, mostrò una fede semplice e autentica. Amava partecipare alla Messa, recitare il Rosario e trascorrere lunghi momenti di silenzio e preghiera davanti al Tabernacolo.

Nonostante la sua giovane età, viveva con una maturità spirituale sorprendente, nutrendo un amore speciale per l’Eucaristia, cuore della sua vita.

Allo stesso tempo, era un ragazzo come tanti altri: appassionato di sport, amante della tecnologia, videogiochi e social. La sua vita ci dimostra come la fede possa intrecciarsi con le attività quotidiane.

Miracoli eucaristici raccontati attraverso la tecnologia

A rendere unico il giovane Santo, era la capacità di riconoscere sempre Dio come centro. Carlo, con le sue competenze digitali, realizzò una mostra virtuale che raccoglieva centinaia di pannelli con immagini, spiegazioni e racconti di miracoli eucaristici avvenuti nel mondo.

L’opera venne tradotta in numerose lingue e allestita non solo in Italia, ma anche in Europa, America, Asia e persino in alcune comunità remote dell’Africa. In questo modo Carlo seppe unire il linguaggio della tecnologia alla profondità della fede, anticipando un modello di evangelizzazione innovativo.

Carlo Acutis: primo santo millennial della Chiesa

Nel 2006, colpito da una leucemia fulminante, morì improvvisamente all’età di soli 15 anni. Accettò la malattia con una serenità che lasciò stupiti medici e familiari: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”, amava ripetere, ricordando che il vero tesoro è nell’incontro quotidiano con Gesù nel Sacramento.

Il suo cammino verso gli altari è stato rapido. Nel 2018 Papa Francesco lo proclamò Venerabile. Nel 2020, ad Assisi – città scelta dal giovane come luogo del suo riposo terreno – venne celebrata la sua beatificazione. Il Papa lo presentò al mondo come “un modello di santità dell’era digitale”.

Infine, nel 2025, con la sua canonizzazione, la Chiesa intera ha riconosciuto ufficialmente in Carlo Acutis un Santo, primo della generazione dei “millennials” a essere elevato agli altari.

La sua vita continua a illuminare il cammino dei fedeli di ogni età, ma in modo speciale quello dei giovani, in lui trovano un amico vero e un punto di riferimento sicuro.

La tela che custodisce la preghiera dei giovani

La comunità della Basilica di Santa Croce ha vissuto con profonda emozione questo momento storico. Don Giosuè, guida della chiesa, ha evidenziato quanto i giovani siano legati alla figura del nuovo santo: “Già da tempo avevamo una piccola icona che lo raffigurava e tanti ragazzi sostavano davanti a quella immagine per una preghiera, quasi fosse un amico da incontrare“, ricorda il parroco.

Proprio in occasione della canonizzazione abbiamo sentito il bisogno di avere una tela più grande, un segno che Carlo ora non è più solo un modello di riferimento, ma un Santo, intercessore che accompagna la nostra comunità e in modo speciale, i nostri ragazzi“.

Il richiamo all’autenticità del giovane Santo

Alcuni giovani della parrocchia hanno partecipato di persona alla celebrazione a Roma, in Piazza San Pietro, guidati dalla referente del gruppo dell’Oratorio Claudia Coscia.

La santità è un dono che illumina tutta la Chiesa, portando frutti anche nelle nostre parrocchie“, aggiunge Don Giosuè. Il parroco ricorda anche una delle frasi più celebri di Carlo: “Tutti nascono originali e molti muoiono come fotocopie“.

Un messaggio forte, rivolto soprattutto ai più giovani, che spesso rischiano di nascondere la propria unicità per uniformarsi alle mode o per paura di non essere accettati.

Carlo Acutis ci invita ad avere il coraggio di essere noi stessi – spiega il parroco– Dio ci ha creati come un’opera d’arte irripetibile“.

Il messaggio di Carlo alle le nuove generazioni

Il messaggio della canonizzazione di Carlo non riguarda solo la fede, ma anche la vita quotidiana dei ragazzi. “Il mio augurio, da parroco e da padre – continua Don Giosuè – è che i giovani possano scoprire il valore della felicità“.

Un insegnamento semplice ma profondo: la santità non è composta da gesti straordinari, ma da scelte quotidiane vissute con un cuore grande.

Che le nuove generazioni non si accontentino mai di essere fotocopie– conclude Don Giosuè – ma diventino sempre più originali, capolavori unici nelle mani di Dio“.

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