Immacolata a Castellammare: i roghi abusivi battono ancora il Comune


Anche quest’anno, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre, i falò illegali nel centro storico di Castellammare di Stabia hanno avuto la meglio sull’ordinanza del sindaco Luigi Vicinanza.

Roghi dell’Immacolata, tornano i falò abusivi a Castellammare

Nei giorni precedenti la vigilia dell’Immacolata, le forze dell’ordine avevano sequestrato decine di cataste di legna in via Allende e nel rione CMI, nel tentativo di impedire l’accensione dei tradizionali fuochi non autorizzati che da anni preoccupano i cittadini e danneggiano le strade del centro antico. 

La villa comunale resta senza fiamme

Nonostante gli sforzi dell’amministrazione, la strategia alternativa promossa da Vicinanza, quella di concentrare la tradizione in falò regolari e sicuri allestiti in villa comunale, ha registrato un clamoroso flop. Il fuoco autorizzato si è spento dopo pochi minuti, lasciando delusione, malcontento e persino qualche fischio da parte dei presenti.

Le scuse del Sindaco

Il sindaco ha affidato ai social il proprio rammarico, sottolineando le responsabilità tecniche dietro l’accaduto: “Mi scuso con gli stabiesi: purtroppo la ditta incaricata non si è dimostrata all’altezza delle aspettative”.

Valuteremo tutte le azioni necessarie per non corrispondere il pagamento della prestazione. Dispiace soprattutto per i tanti cittadini presenti in villa a Castellammare di Stabia e che non hanno potuto assistere allo spettacolo promesso dei tradizionali falò della vigilia dell’Immacolata. Una delusione mia personale e di tutta la collettività”.

I roghi clandestini dominano la città

Il mancato spettacolo, costato al Comune 36mila euro, ha finito per spingere nuovamente molti stabiesi verso i falò clandestini e spesso cavalcati dai clan locali.

Fiamme alte oltre cinque metri hanno illuminato fino all’alba palazzi e vicoli, lasciando sulle strade le consuete tracce della notte: asfalto cosparso di cenere, resti di plastica bruciata e un’altra occasione mancata per riportare una delle più sentite tradizioni stabiesi entro i confini della sicurezza e della legalità.

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