Delfino morto al largo di Torre del Greco ed Ercolano: “Ucciso da una rete fantasma”

Delfino morto al largo di Torre del Greco


Un delfino morto al largo nelle acque al confine tra Torre del Greco ed Ercolano. La carcassa è stata trovata dai volontari di Fondalicampania Aps, durante lo svolgimento delle prime prove del progetto Mare Lab con lo scopo di monitorare la presenza di microplastiche nelle acque marine. Mentre procedevano alle operazioni è stato avvistato il corpo senza vita, galleggiante del cetaceo, che secondo l’ipotesi più probabile sarebbe stato ucciso da una rete fantasma.

Delfino morto al largo di Torre del Greco ed Ercolano

Subito dopo il ritrovamento del delfino morto, nelle acque antistanti il porto di Torre del Greco, i volontari di Fondalicampania hanno allertato la Capitaneria di Porto della città corallina. Si tratta di mammiferi che frequentano abitualmente il Golfo di Napoli, dove tuttavia non di rado trovano la morte a causa della piaga delle reti fantasma. Dalle foto pubblicate si nota chiaramente la presenza di una rete tra i denti del delfini, per cui è altamente probabile che possa essere stata proprio quella la causa della morte.

Il fenomeno delle reti fantasma

“Il fenomeno delle reti fantasma è piuttosto diffuso anche nel Golfo di Napoli – spiega Fondalicampania – trattasi di reti che vengono abbandonate per varie ragioni a mare e rappresentano una grave minaccia per l’ecosistema marino. Questo dimostra che bisogna avere una maggiore attenzione in merito alla tutela del mare, sarebbe necessaria un campagna di sensibilizzazione più efficace , oltre che ad un costante monitoraggio dei fondali per arginare il fenomeno delle reti fantasma. Probabilmente l’animale appartiene alla specie Tursiope”.

Le reti fantasma sono reti che sono state smarrite o abbandonate in mare, per una serie di motivi che possono essere i più disparati: ad esempio come conseguenza del maltempo o di incidenti, o ancora perché restano impigliate a ostacoli e relitti, od infine per scelta deliberata di alcuni pescatori che stavano compiendo delle operazioni illegali.


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