INCHIESTA/ Taxi collettivi senza regole: “Impossibile andare a Leopardi e Montedoro. Ho pagato 10 euro per 3 Km”


Taxi collettivi a Torre del Greco, l’inchiesta di VesuvioLive.it prosegue con la seconda puntata del reportage intitolato “Mamma ho perso il pulmino”: una nuova testimonianza di un’utilizzatrice abituale residente nella periferia del comune corallino per la quale risulta impossibile anche percorrere una tratta di pochi chilometri, essenziale per raggiungere alcuni servizi essenziali.

Reportage sui taxi collettivi, la seconda testimonianza

Ancora una testimonianza sui disagi legati al trasporto pubblico a Torre del Greco: al centro della questione ci sono ancora i cosiddetti “pulmini”, ovvero i taxi collettivi che operano sul territorio comunale grazie a licenze pubbliche ma senza seguire regole.

Anche in questo caso, ci è stato richiesto di occultare l’identità della testimone che ci racconta di risiedere nella zona di via Litoranea e di aver incontrato molte difficoltà a spostarsi sul territorio attraverso i servizi di pubblica mobilità: anche in questo caso, viene ribadita dagli utenti l’inadeguatezza del servizio di linea gestito da EAV Srl.

Questo, stando ai racconti, costringerebbe i cittadini a rivolgersi al mondo dei “pulmini” senza avere alternative: chi parla vuole quindi restare anonimo per evitare ritorsioni da parte dei conducenti dei taxi collettivi che, a quanto detto anche nella prima testimonianza della nostra inchiesta, possono decidere o meno a loro discrezione di far salire i passeggeri.

taxi collettivi testimonianza

“Mamma ho perso il pulmino”, l’inchiesta di VesuvioLive.it sui taxi collettivi

“Anche 25 persone sui pulmini e si lamentano tutti”

La testimonianza si sofferma sull’impossibilità di raggiungere il quartiere Leopardi partendo dalla Litoranea: un tratto di strada di circa 3 km ma essenziale ai cittadini della popolosa zona balneare. A Leopardi si trovano infatti alcuni servizi essenziali ai quali chi abita in Litoranea fa riferimento perché geograficamente più vicini: ufficio postale, scuola secondaria, stazioni della ferrovia dello stato e della Circumvesuviana, banche.

“Ho avuto brutte esperienze con i pulmini – racconta la testimone – Ho visto salire anche 20/25 persone. Anche se è passato il Covid è comunque pericoloso, soprattutto per le persone anziane. Se ti lamenti con il conducente, ti risponde che ci sono delle volte in cui viaggiano a vuoto. Si lamentano tutti! Nessuno che ringrazia il Signore di guadagnarsi la giornata, ed invece guadagnano più degli stipendiati.

“Ore intere sulla fermata, non passa un autobus”

Ma dalle parole si capisce che i cittadini sentono di non avere alternative: “Il pulmino lo prendono comunque perché ci sono pochi pullman. Se non fosse per i pulmini staremmo sulle fermate per ore intere. Ho provato ad aspettare il pulman per oltre un’ora, un’ora e un quarto“.

La testimone racconta anche di condotte pericolose alla guida: “Se vedono un pulmino avanti cercano di sorpassare, a volte corrono: non c’è collaborazione, si fanno i dispetti. Ed anche sugli orari pare non esserci alcuna regola: “Al mattino presto ci sono diversi taxi collettivi per le persone che vanno a lavorare, ma la sera dopo le 19 è già difficile trovarli.

Viaggiare non è un diritto ma una “cortesia”

“Per andare al centro di Torre del Greco il collegamento (con i taxi collettivi, ndr) funziona bene. Ma se volete andare a Leopardi o a Montedoro, non esiste. Ma nemmeno tutta la Litoranea è collegata: i pulmini si fermano tutti a via Ponte della Gatta”.

Però, a detta della testimone, c’è un modo per “convincere” i conducenti a variare la propria destinazione: Una volta per andare a Leopardi gli ho regalato 5 euro. Un’altra avevo degli ospiti, volevamo recarci a Pompei e quindi dovevamo arrivare prima a Leopardi: per 3 persone ho pagato 10 euro. Ma è stato un mio regalo volontario, perché fanno la ‘cortesia’ di arrivare fin lì”.

Una situazione ai limiti del paradossale che, tra la lamentata inadeguatezza delle linee EAV ed l’atteggiamento borderline dei taxi collettivi, trasforma in “favore” quello che dovrebbe essere un “diritto”: e che finisce per ripercuotersi sulla vivibilità dell’intera città di Torre del Greco, aggravando i problemi legati a traffico, parcheggio ed inquinamento in una delle zone più densamente abitate d’Europa.

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