Il Carnevale di Capua, uno dei più antichi ed importanti d’Italia
Gen 30, 2016 - Claudia Ausilio
Carro allegorico, Capua 1960.
Esiste un carnevale in Campania, tra i più antichi e più famosi d’Italia, quello di Capua. Vecchia capitale del popolo osco, il quale conferiva alle feste di carattere orgiastico una valenza sacrale, Capua vive ancor oggi il Carnevale come un rito, con un sentimento profondo radicato nelle proprie tradizioni.
Nel Medio Evo e poi nel Rinascimento la festa era celebrata all’interno delle case, mediante rappresentazioni sceniche piuttosto licenziose e spesso ai limiti della morale comune. Solo alcuni anni dopo, nel periodo della dominazione francese, con l’acquisizione degli ideali libertari ed egalitari della Rivoluzione, il Carnevale uscì dalle case per trasferirsi nelle strade, restituendo al popolo la proprietà di una festa autenticamente sua.
Le prime notizie documentate del Carnevale di Capua, celebratosi così come si svolge oggi, risalgono alla fine dell’800. Nel 1886 si ebbe l’unificazione in piazza dei Giudici del Carnevale rituale dei signori, che si era sempre svolto nel privato dei saloni e del carnevale spontaneo e godereccio che il popolo celebrava in pubblico da sempre, così come avveniva anche a Napoli, ad esempio. L’annuncio venne dato dai cavalieri Francesco La Manna e Vincenzo Pizzolo organizzatori e dirigenti del primo comitato. Si realizzò il primo corso cittadino mascherato, con i balconi fioriti e addobbati, con grandi lanci di confetti e di coriandoli, con una festa che ottenne un grande successo e che nessuno si aspettava. In particolare, venne premiata una grande mascherata di oltre trenta persone che rappresentarono la “sfiducia ai medici e lo sciopero degli infermi”, i carri degli “abitanti della luna” e del “globo misterioso”, le finestre dell’ultimo piano del palazzo Gianfrotta, in piazza dei Giudici, vennero trasformati, con opportuni addobbi, in un vero treno con vagoni dotati di locomotiva fumante, un palese riferimento alla cosiddetta “direttissima” Napoli-Roma che era ancora da realizzarsi.
Da quel momento il carnevale di Capua è un rito sempre celebrato, tranne che negli anni delle grandi guerre e delle catastrofi, una manifestazione che richiama nel vecchio centro storico tantissime persone provenienti da ogni parte della provincia e della regione. Il Carnevale capuano segue fedelmente un “cerimoniale” rigoroso e stabile che dura da più di cento anni: inizia ufficialmente dopo la consegna delle chiavi della città dalle mani del Sindaco, o di un suo rappresentante, a quelle di re Carnevale, il quale si sofferma con il contributo dei suoi cortigiani a sottolineare con ironia pungente e pesante tutte le malefatte dei pubblici amministratori.
L’edizione del 1908 ebbe grande risalto, infatti il cronista de “Il Mattino” sig. Fanfulla scrisse: “una grande folla gremiva la piazza, illuminata splendidamente da otto lampade ad arco. Notevole il getto di coriandoli, che a piene mani si spargevano sulle capigliature delle giovanette, e si lanciavano sul viso di tutti, cortesemente”. E’ bene sottolineare, come chiaramente si evidenzia da questa cronaca del tempo, che un’altra caratteristica del carnevale capuano e’ quella della “cortesia”, espressione dei modi di essere persone educate dall’esempio dei “signori” che erano stati parte dirigente e vitale della città nei secoli.
Dal coinvolgimento degli operai del Pirotecnico, datato nei primi anni del 900, nacque la tradizione della costruzione dei carri allegorici e della bardatura delle carrozze, da queste venivano distribuiti cioccolatini alcuni dei quali a forte stimolazione lassativa. Nei teatri cittadini venivano organizzati veglioni, ma il luogo deputato per i festeggiamenti era come è tutt’oggi, la piazza dei Giudici dove si svolgevano gare di ballo e dove venivano cantati i versi satirici che andavano sotto il nome di “cicuzze“. Tutta la popolazione indossava il tradizionale costume del “Domino” (signore) ma solo da pochi anni questa tradizione è stata in parte soppiantata dall’uso di mascherarsi ricorrendo ai soggetti più diversi.
Nei giorni dedicati all’evento, gli elementi architettonici, le luminarie e i carri allegorici sono costruiti in modo fantasioso e riguardanti i temi più disparati: dalle caricature di personaggi famosi alla rappresentazione stilizzata di eventi della vita popolare, alla rievocazione di maschere tradizionali italiane che commentano fatti politici nazionali ed internazionali.
Fonti: Capuaonline.it; ilcarnevaledicapua.com.