Il complesso termale di via Terracina: spettacolare esempio di mosaici romani
Feb 21, 2016 - Germana Squillace
Se si pensa a Fuorigrotta sicuramente la prima costruzione che verrà in mente sarà quella dello Stadio San Paolo, inaugurato nel 1959. Eppure questa zona di Napoli ha una notevole storia che affonda le sue radici nel I secolo a. C. quando i romani vi posero i primi insediamenti grazie alla terra resa particolarmente fertile dalla cenere eruttata da piccoli crateri sparsi per la valle.
Durante la costruzione della Mostra d’Oltremare, iniziata nel 1931 per volere di Mussolini, tra l’antica via Puteolis-Neapolim e una strada secondaria, fu scoperto un sito archeologico di inestimabile valore: un complesso termale. Costruito prevalentemente in opus vittatum e latericium, è oggi visitabile nell’angolo tra l’attuale via Terracina e via Marconi, nei pressi della facoltà di ingegneria. Questo gioiello risale alla prima metà del II secolo d. C., ma nel corso del tempo ha subito molteplici interventi che ne hanno modificato la struttura originaria. Il complesso, alimentato dall’acquedotto del Serino, era formato da più piani per permettere agli ospiti di scegliere percorsi diversi in base alle proprie esigenze e alle proprie necessità terapeutiche. Quello principale prevedeva quattro sale riscaldate con varie temperature: il calidarium absidato, il labrum per compiere il lavacro purificatorio, la vasca per il bagno caldo, il frigidarium con due vasche per i bagni freddi. Le acque, fredde e calde, arrivavano grazie a una serie di intercapedini situati al di sotto dei pavimenti e lungo le pareti.
Questi vani erano orientati verso Sud-Ovest per poter sfruttare il calore del sole soprattutto nelle ore pomeridiane. Non appartengono al complesso originale la latrina, coperta da una semicupola, il corridoio d’ingresso, adattato a cisterna in epoca medievale, e alcuni ambienti forse identificabili come tabernae. La presenza di più passaggi ed aperture fra le sale consentiva ai clienti dell’impianto di cambiare percorso senza difficoltà. Le terme risultano particolarmente importanti grazie alle pavimentazioni a mosaico situate in tutte le stanze. Protagonisti dei disegni Poseidone, dio dei mari, e Anfitrite, una Nereide caratterizzata da lunghi capelli neri. I mosaici raccontano il loro incontro e il loro matrimonio al quale partecipano tutti i componenti del mondo sommerso. La latrina presenta un pavimento raffigurante due delfini e un animale marino. Nello spogliatoio, che inizialmente comunicava con il vestibolo mediante un ingresso poi murato, la pavimentazione presenta una nereide seduta sulla coda di un giovane tritone situata all’interno di una cornice a doppia riquadratura. Negli angoli superiori vi sono due amorini, in quello inferiore sinistro un altro delfino. Nel frigidarium vi è invece un corteo di animali mitologici cavalcati da divinità antropomorfe. Nei passaggi fra i diversi ambienti era presente un pavimento a mosaici decorato con figure geometriche.
Purtroppo le decorazioni descritte non sono sempre osservabili sia a causa dello stato di abbandono in cui versano, sia a causa della scarsa possibilità di visitare il complesso, generalmente inaccessibile, aperto solo in occasione di aperture straordinarie programmate per manifestazioni, rassegne ed eventi di rilevanza nazionale e locale.
Fonti: Stefano De Caro, “I Campi Flegrei, Ischia, Vivara: storia e archeologia”, Napoli, Electa Napoli, 2002
Ivan Boni, “Archeo media 2000”, Bologna, Atesa editrice, 2000