Prova ne sia il concorso indetto da un’azienda socio-sanitaria del comune lombardo, in cui l’unico vincitore è risultato essere proprio la donna calabrese. Peccato che ben presto la prova sia stata considerata nulla. Nessun broglio o scopiazzata generale, però. L’unica sua colpa è stata l’aver dimostrato di avere qualità e preparazione troppo al di sopra della media, e allora tanto vale punirla piuttosto che premiarla, per il trionfo del mal comune mezzo gaudio.
La commissione e i quadri dirigenziali dell’azienda, infatti, visti i deludenti risultati ottenuti dai 60 partecipanti al concorso svoltosi in primavera, hanno ritenuto le domande troppo difficili e di conseguenza hanno annullato la selezione, rinviata a data da destinarsi. La figura ricercata era quella di un coadiutore amministrativo di categoria B, l’unica rimediata invece è stata senz’altra una magra figura.
Non ha perso le speranze, però, la donna, che si è subito rivolta ad un legale, richiedendo l’immediata assunzione e il pagamento degli stipendi arretrati che le sarebbero spettati dalla presa in servizio (a tempo indeterminato). La stessa, inoltre – secondo quanto riportato dal portale www.wecalabria.it – avrebbe anche rifiutato di incontrare il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, al quale si era così espressa sui social network sulla questione: “Approfondirò notizia sul concorso annullato per domande difficili. Se vero, sarebbe grave e contro principio di merito“.