Katia Ancelotti: “Papà voleva nuovi stimoli. Ha scelto Napoli perchè…”


Katia Ancelotti, come tutte le figlie femmine è perdutamente innamorata del padre: Carlo Ancelotti. D’altronde chi a Napoli non nutre affetto e stima per un allenatore, tra i top ten internazionali, che ha onorato questa città non solo della sua presenza ma ponendosi alla guida tecnica della squadra. Un amore perfettamente ricambiato, come ha confermato Katia nella lunga intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno: “Napoli è prima di tutto una città accogliente. Non ti senti mai fuori posto, c’è sempre qualcuno pronto a darti un segnale. Chi ti dà questo o quel suggerimento, in maniera più o meno discreta”.

Un uomo corretto sul lavoro e anche nel rapporto familiare ed è la stessa Katia a descriverlo:É una persona autorevole, non autoritaria e così ha guadagnato il rispetto di noi figli e dei calciatori che ha allenato. Qualche volta però mi piacerebbe fosse un po’ meno “brava persona”. Ecco, un po’ meno contenuto. Ma non fa parte del suo modo di essere”.

Eppure un allenatore blasonato, così richiesto sul mercato ha scelto Napoli e un motivo c’è: “Aveva bisogno di stimoli nuovi. E Napoli, già una grande piazza, aveva le caratteristiche. Qui la gente aspetta di vincere da tempo, la sfida di mio padre è questa. C’è pressione, certo ma il buon Carlo sa gestirla bene”.

Katia non ha mai avuto una squadra del cuore, dovendo seguire il padre in tutti i suoi spostamenti lavorativi, ma Napoli è sempre stata nel suo cuore: “Tifo per il Napoli di Ancelotti. Non ho mai avuto una squadra del cuore, tengo al Milan perché sono cresciuta con loro e Gattuso è un amico speciale. Però avere un marito tifoso del Napoli mi ricorda che anche quando eravamo a Madrid o a Monaco, il primo risultato italiano di cui ci informavamo era appunto quello degli azzurri”.

Un amore verso Napoli sigillato anche dal suo matrimonio con il partenopeo Mino Fulco, anche lui nello staff di Ancelotti: “Dal primo momento decisi che mi sarei sposata al Sud, qui il matrimonio è diverso. É grande, appariscente, festoso. Quando lo presentai a mio padre nessuno pensava che poi saremmo venuti a vivere a Napoli. Ma era felice anche quando gli ho presentato la prima volta Mino. Scherzò sul nome (si chiama Beniamino) ma fa parte del personaggio. Lui sa essere molto divertente, e del resto gli piace stare qui perché nessuno si prende troppo sul serio”.

E da brava figlia, alla pelle del padre..ci pensa lei: “Penso io a preparargli zuppe e minestre per aiutarlo a smaltire le calorie. Fa tanto sport: palestra, bici e corsa. Ha imparato a gestire e non ha più timore della bilancia”.


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