Grumo Nevano, un aiuto per Vito: a 4 anni è malato ai polmoni e non ha un braccio


La storia di Vito sembra a tratti un romanzo d’avventura, a tratti una fiaba, ma è drammaticamente reale. Parliamo di un bimbo di 4 anni originario di Grumo Nevano (NA), che fin dalla nascita ha dovuto affrontare ogni genere di problemi, tra i quali il fatto di non avere il braccio destro. Ora Vito ha bisogno di una protesi bionica, motivo per cui la famiglia ha deciso di avviare una raccolta fondi.

Noi di Vesuvio Live abbiamo avuto modo di parlare con la mamma Lucia Colella, che ci ha raccontato la storia di questo piccolo guerriero. “La gravidanza di Vito è stata fortemente voluta ma anche molto travagliata“, racconta Lucia. “Fin dall’inizio ho avuto minacce d’aborto, e al 4° mese ho scoperto che non aveva il braccino destro.

Al 5° mese all’improvviso ho rotto le acque e sono stata ricoverata. Vito è nato a 25 settimane di gestazione con un parto d’urgenza: sono arrivata in sala operatoria alle 7 del mattino e ne sono uscita verso l’1 notte. Rischiavamo entrambi la vita, perché la rottura precoce delle acque aveva provocato delle infezioni.

Appena nato, Vito ha aperto gli occhi: i dottori, mia mamma, il mio compagno non ci potevano credere. Da lì ho capito che Vito non ci voleva lasciare. Poco dopo che era nato, il primario ha detto al mio compagno che Vito aveva solo 2 ore di vita. Era nato piccolino e non aveva i polmoni sviluppati, per cui soffriva di una insufficienza respiratoria“.

Così per il piccolo Vito comincia il travaglio: viene ricoverato in incubatrice e attaccato a un macchinario per l’ossigeno. Ogni giorno, i primari comunicano la loro sentenza. “Ci dicevano che la situazione era critica, che non ce l’avrebbe fatta“, racconta Lucia. “Lui è veramente un miracolo“.

Dopo un po’, il piccolo ha cominciato a essere seguito da uno pneumologo, a causa della broncodisplasia polmonare di cui soffre. “Abbiamo vissuto più in ospedale che a casa, perché con la sua malattia polmonare Vito rischiava anche per un semplice raffreddore”. E qui Lucia ci racconta un altro miracolo: “Ha preso persino il covid, ma in forma asintomatica“.

Il piccolo Vito però ha anche un altro importante problema: la mancanza del braccio destro. È già stato operato a Budrio, in provincia di Bologna, perché aveva un abbozzo di osso sporgente che lo metteva a rischio di infezioni. Il 2 febbraio la sua famiglia si recherà di nuovo a Budrio, stavolta per mettere finalmente la protesi.

Da qui, come ci spiega Lucia, ha avuto origine il loro dramma: “Il SSN non offre il tipo di protesi adatto a un bambino. Ad oggi i codici non sono aggiornati e ti danno quelle protesi tipo manichino, che non sono funzionali ai movimenti“. Per di più, queste protesi vengono applicate in genere già a partire dai 9 mesi di vita, in modo che il paziente si possa abituare. Vito, che ha 4 anni, è già in ritardo sui tempi.

La protesi in questione è bionica, quindi collegata direttamente al cervello, e richiederà un lungo percorso riabilitativo dopo l’operazione, della durata di 2-3 mesi. Ovviamente il costo di questi impianti è molto alto: si va dai 30 ai 90mila euro, a seconda della funzionalità. Eppure per la vita del piccolo sarebbe una svolta incredibile, che gli permetterebbe di giocare liberamente, di avere una vita quasi normale.

Ad oggi Vito fa ancora fisioterapia motoria e respiratoria, non va a scuola come tutti gli altri bimbi. “Questi sono i mesi più critici, in cui si creano accumuli di muchi“, spiega la mamma. “Dobbiamo fare una cura di prevenzione e misurare costantemente la saturazione, perché se comincia a scendere la saturazione devo portarlo in ospedale“.

Ho lottato veramente per farlo stare bene“, conclude Lucia. “Dopo un po’ di tempo dalla sua nascita ho sofferto di depressione, ma grazie a Dio ne sono uscita. Per tanto tempo ho dato il meglio di me, e le mie forze sono venute meno. Ad oggi non posso ancora mandare Vito a scuola, non posso rischiare“.

Qui il link alla raccolta fondi per dare una speranza al piccolo Vito


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