I no green pass tornano in piazza a Napoli: “Siamo in dittatura sanitaria”


E’ una piazza dal sapore ancestrale quella che ieri si è data appuntamento sotto la statua di Dante, nel cuore di Napoli, per manifestare contro l’approvazione del green pass, il certificato pensato dal governo per consentire soltanto a chi si vaccina o a chi si sottopone ad un tampone con risultato negativo l’ingresso nei locali e nei trasporti pubblici.

È ancestrale perché tali sono la gran parte delle paure espresse dai circa cinquecento che vi hanno partecipato, quasi tutti senza mascherina: dal timore per l’impatto sulla salute dato dal legame tra tecnologia 5G e vaccini, alla necessità di difendere i bambini dalla “dittatura sanitaria”, fino ad affermare che gli anziani sono stati deliberatamente ammazzati durante la pandemia “per distruggere le nostre radici culturali”.

Paure che ben presto si sono trasformate in rabbia, quando dagli slogan urlati più volte contro i giornalisti – il più gettonato era “giornalista terrorista” – si è passati alle vie di fatto, con momenti di tensione vissuti quando alcuni manifestanti hanno accerchiato la troupe di Sky Tg24, subito allontanati dall’intervento delle forze dell’ordine e di altri manifestanti. Uno di questi ultimi ha anche dato alle fiamme una mascherina, la “museruola” assurta a simbolo della presunta sottrazione delle libertà democratiche per il popolo dei “no green pass”.

I NO GREEN PASS TORNANO IN PIAZZA A NAPOLI: “SIAMO IN DITTATURA SANITARIA”

Siamo stanchi di 18 mesi di violazione dei diritti elementari, questo green pass è una palese violazione dei diritti costituzionali, perché lo si vuole sfruttare come incentivo alla vaccinazione” – esordisce Ciro Silvestri, componente del ‘fronte del dissenso nazionale’ – “La pericolosità non è tanto legata al virus, quanto alla condizione della rete sanitaria e ad un’errata gestione di questa emergenza.

Quando il Ministero della Salute ha stabilito per protocollo che l’unica cura possibile fosse la tachipirina e la vigile attesa, riducendo le persone contagiate ad arrivare in condizioni pietose in ospedale, si trattava nei fatti di un accompagnamento alla morte.

L’errore è di tipo sanitario quindi, perché invece di potenziare la rete dei medici di famiglia, si è scelto di ospedalizzare. La mia scelta di non vaccinarmi è consapevole, questa è una terapia genica sperimentale: se il virus fosse così pericoloso come dicono, avrebbero già imposto l’obbligo vaccinale”.

Striscione per Giuseppe De Donno

Il santo laico invocato più volte dalla piazza è Giuseppe De Donno, il medico che sarebbe morto suicida alcuni giorni fa (ma la procura di Mantova indaga per istigazione al suicidio, ndr). De Donno è noto per aver testato la terapia del plasma iperimmune per combattere il covid, dividendo l’opinione pubblica in scettici e favorevoli.

Il premier Mario Draghi, invece, è stato raffigurato con le fattezze di Adolf Hitler, trasformandosi così nel bersaglio principale dei manifestanti, ma il parallelismo storico col regime nazista non ha impedito al popolo dei ‘no green pass’ di accogliere forze di estrema destra nei propri cortei, soprattutto in quelli avvenuti nei giorni precedenti a Roma.

Non esiste più né una destra né una sinistra” – spiega Carmine Fascella, componente del coordinamento ‘fronte del dissenso nazionale’ – “Esistono le istituzioni da una parte e il popolo dall’altra, che rappresenta l’istituzione più importante di tutte. Chiunque affermi di voler attuare la Costituzione del ‘48, respingendo le imposizioni del governo Draghi, è il benvenuto”.

 

I no green pass, dopo una rapida trattativa con le forze dell’ordine, hanno proseguito in corteo fino a piazza Municipio, dove sono stati esposti gli striscioni e urlati slogan contro la “dittatura sanitaria”. Anche qui sono continuati gli slogan e gli insulti rivolti alla stampa, accusata di essere “al servizio dei poteri forti e di Big Pharma”.


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