Dalle macchie ai dolori, i sintomi della malattia di Lyme: colpita una bimba in Campania


E’ stato riscontrato il primo caso di malattia di Lyme nel Sannio, in Campania, in una bambina di quattro anni e mezzo che nel corso delle ultime settimane aveva avvertito diversi sintomi.

Malattia di Lyme in Campania: cos’è e sintomi

Oltre al caso della piccola di Guardia Sanframondi, al momento sembrano essere pochissimi i casi segnalati in Campania, quasi tutti contratti in altre Regioni o fuori nazione da residenti italiani. La bambina colpita dalla malattia circa 20 giorni prima era stata punta da una zecca. Il parassita sarebbe poi stato rimosso nella vicina struttura ospedaliera e debellato con terapia antibiotica.

Poco dopo, tuttavia, sul volto della bambina sarebbe apparso un eritema migrante, inizialmente trattato con cortisone e successivamente accompagnato da difficoltà a deambulare, forti dolori alle braccia, alle gambe, al dorso e all’addome. Di qui il sospetto della malattia di Lyme, poi confermato in laboratorio per la presenza di un’infezione trasmessa da una zecca del genere Ixodes che si trova in Campania come parassita delle pecore.

La malattia di Lyme è, infatti, una infezione trasmessa dalle zecche e tra i sintomi precoci comprende rash cutanei migranti che possono essere seguiti, a distanza di settimane, da alterazioni neurologiche, cardiache o articolari. Il trattamento farmacologico prevede l’utilizzo di antibiotici come doxiciclina o ceftriaxone.

L’insorgenza dell’infezione si legherebbe proprio alla comparsa di una macchia rossa sulla pelle, a distanza di 7-14 giorni dalla puntura della zecca, che progressivamente tenderebbe ad espandersi. Unitamente all’eritema si segnalano senso di malessere generale, cefalea, febbre, dolori articolari, rigidità nucale. Sintomi che dovrebbero risolversi spontaneamente entro 2/4 settimane.

“La diagnosi si riesce a fare se si tiene conto di questa malattia visto che le manifestazioni possono far pensare a tante altre patologie. Non a caso la malattia di Lyme si definisce anche la grande simulatrice” – ha spiegato all’Ansa Raffaello Rabuano, direttore della UOC di Pediatria-Neonatologie e UTIN dell’ospedale Fatebenefratelli.


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