INCHIESTA/ Pulmini a Torre del Greco, un mare di illegalità: “Caricano anche 17 persone, mai un controllo”


Comincia con questa testimonianza esclusiva l’inchiesta di VesuvioLive.it sul trasporto pubblico a Torre del Greco ed in particolare sul servizio di taxi collettivi, noti a tutti come “pulmini”: un reportage che abbiamo deciso di intitolare “Mamma ho perso il pulmino”.

“Mamma ho perso il pulmino”: l’inchiesta di VesuvioLive.it

Il titolo è un evidente richiamo al famoso film natalizio: la scelta è chiaramente dettata dall’ironia. Perché da quello che abbiamo scoperto e dalle tante testimonianze che abbiamo raccolto la situazione per chi vuole spostarsi in città senza utilizzare mezzi pubblici è a dir poco grottesca.

Sarà un reportage diviso in più puntate, nelle quali vi mostreremo testimonianze, esperienze dirette, la voce delle istituzioni e le possibili soluzioni ai disagi più lamentati dai cittadini: un lavoro svolto nell’ottica di migliorare i bellissimi territori in cui viviamo, questa volta focalizzandoci sulla città di Torre del Greco.

L’intento non è quello di colpevolizzare l’intera categoria o puntare il dito verso chi cerca espedienti e soluzioni per “portare il pane a casa” in un difficile contesto sociale e soprattutto lavorativo come la Campania e la fascia vesuviana in particolare: ma crediamo fermamente che questa esigenza possa convergere con la necessità di una città intera di godere di un sistema di trasporto pubblico che, nel 2024, sia degno di questo nome e all’altezza di una città come Torre del Greco che voglia avere un minimo di vocazione turistica.

Taxi collettivo a Torre del Greco

Le testimonianze a volto coperto: la gente ha paura

La prima di questa testimonianze ci arriva da una residente del quartiere Litoranea: l’identità dei testimoni è occultata perché da quanto ci viene riportato esiste la radicata paura di subire ritorsioni di vario genere per chi avanza proteste sul servizio offerto. Per questo, nonostante le tante lamentele sui social ed in strada, nessuno vuole metterci la faccia e raccontare la propria verità.

Le persone hanno paura di non poter più salire tranquillamente su un pulmino, paura di restare a piedi, perché di fatto pare che il pulmino possa anche decidere di non farti salire. Paura di subire insulti da parte di alcuni dei conducenti.

Ed il paradosso sta nel fatto che queste persone dicono di non avere alternativa: perché dai loro racconti pare che anche il servizio regolare di autobus di linea gestito da EAV Srl sia considerato inadeguato alle esigenze di una città come Torre del Greco.

Infatti ci è stata riportata la difficoltà nel reperire orari ufficiali ed affidabili, conoscere i percorsi ed in molte zone mancherebbero addirittura i paletti con le fermate.

Più del doppio dei passeggeri consentiti, interi quartieri tagliati fuori

“Utilizzo i ‘pulmini’ a Torre del Greco da 15 anni: il voto che posso dare da 1 a 10 è 4. Ho visto pulmini caricare anche 17 persone mentre il limite sarebbe di 8 passeggeri. E chi non vuole salire viene spesso anche redarguito in malo modo. I taxi collettivi fanno quasi tutti lo stesso giro: da metà di via Litoranea alla villa comunale passando per via Circumvallazione.

Il conducente può scegliere di far salire o meno i passeggeri in base alla loro destinazione: se una singola persona vuole raggiungere un punto al di fuori del percorso al conducente non conviene e non la fa salire. Se sono più persone il conducente devia e le accompagna. A volte una singola persona può essere accompagnata se si offre di pagare di più. Ad esempio è impossibile arrivare a Leopardi, alla stazione ferroviaria, alla Circumvesuviana oppure all’ospedale a Montedoro”.

“Non rispettano alcuna regola, ma non ci sono mai controlli”

Non ci sono regole, vige la ‘non regola’: pensano al guadagno e basta, vedono le persone come fossero ‘monete’. I conducenti fumano in servizio, parlano al telefono, utilizzano cellulari, fanno videochiamate: tutto ciò che non dovrebbero fare, essi lo fanno. Ovviamente c’è anche una parte che si comporta bene, ma quelli che trasgrediscono sono una parte importante.

I controlli sono scarsissimi: in 15 anni di uso quotidiano dei taxi collettivi, soltanto 2 volte mi è capitato di essere fermata ad un posto di blocco ed era nel periodo della pandemia. Mai visto altri tipi di controllo.

Talvolta capita che si rincorrono per prendere più persone, altre volte vanno pianissimo, a passo d’uomo per far passare più tempo dal pulmino che precede: tutto nel loro interesse e con grande disagio dei viaggiatori. Dopo le 19 di sera è quasi impossibile trovare un taxi collettivo: dicono che a loro non conviene.

Nonostante tutto, sono costretta ad utilizzarli: gli autobus non sono sufficienti, nella mia zona passano a distanza di un’ora e mezza e può capitare di saltare una corsa allungando l’attesa a tre ore. E i pulmini approfittano di queste mancanze, lo sanno che i cittadini non hanno scelta”.

“Un venditore ambulante costretto a scendere”

“L’episodio più brutto a cui ho assistito è un vero caso di razzismo: nel periodo estivo sono salita su un pulmino nel quale stava viaggiando uno dei venditori ambulanti che lavorano sulle spiagge, un uomo dalla pelle scura. Il taxi era quasi pieno, io avevo occupato l’ultimo posto regolare disponibile.

Più avanti il conducente si ferma per far salire una signora, la quale si rifiuta perché presumo si fosse accorta che non c’erano posti a sedere. A quel punto il conducente si è girato in malo modo verso l’uomo di colore intimandogli in dialetto napoletano di scendere: ma il ragazzo non capiva e quindi il conducente si rivolgeva sempre con più arroganza e prepotenza, dicendo che la sua presenza era un problema perché a causa sua le persone si starebbero rifiutando di salire.

Ma non era vero, perché altri passeggeri non sarebbero potute ugualmente salire, avendo raggiunto il limite massimo. Tant’è che anche un’altra passeggera ha protestato dicendo ‘Ma perché dovrebbe scendere lui e non io?’.

È stato un episodio bruttissimo per me che ero lì, e mi metto nei panni di quel ragazzo che comunque non ha sicuramente una vita facile ed anch’egli stava cercando di guadagnarsi la giornata, proprio come dicono di fare i conducenti dei taxi collettivi giustificando i propri comportamenti”.

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