Chi è Vincenzo, il napoletano disperso nella strage di Suviana. La moglie: “Amore mio, torna”


C’è anche un napoletano tra i lavoratori che risultano ancora dispersi nel Bolognese, a causa dell’esplosione della centrale idroelettrica di Bargi al lago di Suviana: si tratta di Vincenzo Garzillo, un 68enne di Napoli.

Esplosione centrale Suviana: disperso Vincenzo Garzillo di Napoli

Una vera e propria strage che si è consumata nel pomeriggio del 9 aprile, intorno alle 15, quando la centrale idroelettrica di Enel Green Power di Bargi sarebbe letteralmente esplosa facendo contare diverse vittime, ustionati gravi e dispersi. Al momento sono 5 i corpi ritrovati privi di vita.

Tra i dispersi figura anche Vincenzo Garzillo, un 68enne di Napoli. Il suo nome è stato confermato dalla Prefettura di Bologna insieme a quello di altri 3 soggetti: Paolo Casiraghi, 59enne di Milano; Alessandro D’Andrea, 37enne di Pontedera; Adriano Scandellari, 57enne di Mestre.

Stando a quanto reso noto dall’Ansa, Garzillo è un commissioning manager molto esperto, in pensione da circa un anno. Avrebbe prestato servizio presso l’Enel nella Centrale di Presenzano (in provincia di Caserta) occupandosi della riattivazione dei macchinari delle centrali idroelettriche, mansione che da un anno svolgeva per la Lab Engineering. Proprio per le sue abilità e competenze sul campo sarebbe stato mandato a Suviana per supervisionare alle operazioni di riattivazioni delle macchine.

“Amore mio dove sei? Torna da noi” – è il commovente messaggio affidato ai social dalla moglie Patrizia. In un’intervista rilasciata a Il Mattino ha spiegato: “Ero a casa di mia figlia, nel primo pomeriggio di martedì, in compagnia dei miei nipotini. Stavo guardando la televisione. A un certo punto, la trasmissione che stavo seguendo ha comunicato la notizia di una grave esplosione in una centrale idroelettrica e mi sono resa conto che si trattava del posto dove era andato Vincenzo. Ho avuto un colpo al cuore, non mi sembrava possibile che potesse veramente accaduto.

“Mio marito conosce tutte le principali centrali in Italia e, fin da giovane, ha sempre viaggiato, specializzandosi come collaudatore di grandi impianti. Conosce alla perfezione le centrali e il loro funzionamento, per questo è stato chiamato per lavorare in quella struttura. Era in pensione da un anno e mezzo e avrebbe potuto smettere di lavorare. La sua esperienza e la sua grande esperienza di collaudatore lo hanno portato ad accettare qualche consulenza che l’azienda richiedeva facendo affidamento sulle sue qualità di professionista eccellente” – ha continuato.

“Anche per la centrale vicino Bologna era stata richiesta la sua presenza e non c’erano dubbi che lui fosse la persona più preparata per quel genere di attività. Questo è uno dei motivi per cui sia io che mia figlia siamo convinte che non ci sia stato alcun errore umano a provocare l’esplosione. Non abbiamo una spiegazione ma vogliamo notizie. Ormai abbiamo perso le speranze”.


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