Ibiza, mistero morte DJ Godzi: per la polizia è ha avuto un malore, la famiglia denuncia l’omicidio
Lug 23, 2025 - Redazione Vesuviolive
Michele Noschese, in arte DJ Godzi, morto a Ibiza in circostanze non chiare
Cresce il mistero attorno alla morte di Michele Noschese, DJ napoletano di 35 anni, deceduto sabato scorso in un appartamento a Roca Lisa, Ibiza. La vicenda ha sollevato interrogativi inquietanti, con versioni contrastanti tra le autorità spagnole e la famiglia del giovane, che chiede chiarezza e giustizia.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che il consolato italiano di Barcellona, competente per territorio, sta seguendo con attenzione il caso. «Il Console è già sul posto – ha affermato –. C’è un’inchiesta in corso e siamo vicini alla famiglia».
Ma i dubbi crescono. Secondo i familiari – come raccontato anche da Il Mattino –, l’autopsia eseguita lunedì sarebbe stata condotta in modo frettoloso. Il padre, Giuseppe Noschese, medico ortopedico in pensione, ha espresso profonda insoddisfazione per l’approccio delle autorità locali, definendo la ricostruzione ufficiale «poco credibile» e ha presentato una denuncia per omicidio volontario contro gli agenti intervenuti nell’abitazione.
Secondo la versione dei familiari e degli amici presenti quella notte, Michele sarebbe stato immobilizzato con mani e piedi legati e colpito con violenza da parte degli agenti della Guardia Civil. Un consulente medico inviato dalla famiglia ha richiesto ulteriori accertamenti diagnostici per chiarire eventuali lesioni interne, ipotizzando che il giovane possa essere stato vittima di percosse.
Le autorità spagnole, invece, sostengono che Noschese fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e in preda a un forte stato di agitazione. Secondo la Guardia Civil, avrebbe minacciato un vicino con un coltello, motivo per cui è stato richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Durante il tentativo di immobilizzarlo, avrebbe avuto una crisi convulsiva. Gli agenti affermano di aver tentato manovre di rianimazione fino all’arrivo dei soccorsi, ma senza successo. La causa del decesso, secondo questa versione, sarebbe un arresto cardiaco.
Una versione, però, che non convince amici e familiari. «Non cerchiamo colpevoli, ma la verità», ribadisce il padre. «Mio figlio era in ottima salute. Vogliamo una spiegazione plausibile per la sua morte». Gli amici presenti nell’abitazione raccontano tutt’altra scena: nessuna festa in corso, nessun comportamento aggressivo da parte di Michele. Secondo testimonianze raccolte dalla famiglia, il DJ sarebbe stato colpito ripetutamente – si parla di almeno tre pugni – e trasportato direttamente all’obitorio senza passaggio in ospedale.
Anche l’imprenditore Paolo Martellini, amico di Noschese, lo aveva incontrato poco prima della tragedia. «Era sereno, avevamo passato una bella serata insieme. Michele era una persona dal cuore grande, amato da tutti. Non posso credere a certe versioni che circolano. Chi lo conosce sa che non era un violento». Martellini aggiunge che lo stesso vicino che avrebbe subito le minacce avrebbe invece abbracciato il padre di Michele, descrivendo il giovane come «un bravo ragazzo».
Ora spetta alla giustizia fare luce su quanto accaduto. La famiglia ha chiesto l’acquisizione di eventuali video e registrazioni dell’intervento e attende con apprensione l’esito delle indagini. «Solo la verità – conclude Giuseppe Noschese – potrà darci un po’ di pace».
