Eco-distretto per i rifiuti dei quartieri di Napoli nord. A gestirlo i detenuti di Secondigliano


Il carcere penitenziario di Secondigliano si ispira ad un principio di economia circolare, quando si parla di economia circolare si parla di un termine che definisce un sistema economico capace di rigenerarsi da solo; proprio su questa base il sistema penitenziario di Secondigliano diventa un ecodistretto fortificato all’interno della struttura.

La forza lavoro sarà costituita dai detenuti dell’istituto di pena, mirando alla riabilitazione del sistema carcerario; i dipendenti lavoreranno presso una selezione di imballaggi e rifiuti ingombrati, oltre un compositor che è ancora in fase di ultimazione. Un attività affidata ai detenuti del carcere proprio per mirare ad un sistema di riabilitazione che negli ultimi tempi è stato messo sempre più da parte, violando norme fondamentali della costituzione italiana e sempre più finalizzato ad un sistema punitivo, piuttosto che riabilitativo.

In questo modo, spiega ad Adnkronos.it Roberta De Martino, psicologa e psicoterapeuta che fa parte dello staff di Napoli in Treatment, ossia un format di videocomunicazione che invita i napoletani a ripensarsi, rivelando un’immagine più integra della città. Ecco, proprio la DeMartino afferma che: “Lavoriamo per fare rete, oggi portiamo la città a Secondigliano. Qui c’è un eccellenza che dobbiamo raccontare e mettere in connessione con il mondo delle Istituzioni”.


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