Addio al mitico Azeglio Vicini: il rivoluzionario delle “notti magiche”


Il mondo del calcio e dello sport dice addio ad un altro grande, grandissimo uomo: Azeglio Vicini.

Lo storico ct della Nazione si è spento ieri sera presso la sua abitazione a Brescia. Un lutto e che ha addolorato l’Italia intera e non solo per la scomparsa di uno dei pochi superstiti di un calcio vero, di quelli che hanno amato questo sport senza remore e senza compromessi. Uomo di passione e di ingegno, che aveva scelto la carica di allenatore non per soldi ma per una vera e propria missione e vocazione.

Un culture del calcio e un lungimirante rivoluzionario. Un uomo che vedeva sempre al di là del suo naso, quando si parlava di pallone. Rompendo tutti gli schemi, tattici e non, per proporre un calcio più dinamico meno accademico e standardizzato. Banditi categoricamente catenacci difensivi, per lui il calcio andava giocato a viso aperto. Un’idea e una approccio calcistico che il suo successore alla carica di ct azzurro, Arrigo Sacchi, ha poi ereditato e elaborato nella giusta direzione verso un calcio moderno (“alla Sarri”).

Vicini è per antonomasia il “ct azzurro”. Dalla under-23 passando per l’under-21 negli anni 80′, fino alla Nazionale maggiore negli anni 90. Lui che ha regalato notti magiche a metà ad un’Italia 90′ eliminata in semifinale dall’Argentina, proprio al San Paolo. Eppure l’entusiasmo per quell’Italia così bella e forte ha superato  l’amaro di una sconfitta beffarda, anche se Vicini non nascose la sua delusione per i troppo tifosi del Napoli che sembravano tifare più per l’Argentina di Maradona che per l’Italia. Un’accusa respinta dall’ambiente napoletano, che non avrebbe mai tradito l’Italia per Maradona.

Nonostante tutto Azeglio Vicini resta un vero uomo di calcio. Di quelli che ormai non se ne vedono più.

Addio Azeglio.


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