Video. Expo di Milano tra criminalità e propaganda politica


RadioMafiopoli, trasmissione ideata e condotta da Giulio Cavalli su fanpage.it, in merito allo scandalo degli appalti in merito all’Expo di Milano del 2015 ricorda il Piano d’Azione per Expo Mafia Free. Alla presentazione del piano erano presenti Angelino Alfano, Ministro dell’Interno, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, e il direttore di Expo Giuseppe Scala. Il centro del dibattito, come ricordato da Alfano, è stata la necessità di tenere fuori dall’esposizine le ombre della criminalità organizzata e delle irregolarità sugli appalti. Maroni, infatti, ha parlato di un forte impegno sin dalle fasi organizzative per evitare le infiltrazioni della criminalità organizzata e il malaffare in generale, mentre Sala riguardo agli appalti ha suggerito alle altre nazioni di seguire il protocollo italiano.

Quel protocollo italiano che, tuttavia, non ha potuto scongiurare gli imbrogli ad opera di alcune persone che fanno parte della società che organizza l’Expo, avendo la Procura di Milano arrestato 7 individui, tra le quali Angelo Paris, direttore generale della divisione costruzioni, che fa parte della squadra sin dalla fase di candidatura, accusato di essere membro di un’associazione per delinquere dedita alla turbativa d’asta e alla corruzione. Tra gli altri arrestati abbiamo Primo Greganti, ex esponente del Partito Comunista Italiano poi confluito nel PDS, già coinvolto in Mani Pulite, e Gianstefano Frigerio, che fu segretario della Democrazia Cristiana e travolto anch’egli da Mani Pulite: entrambi erano la guida di questa associazione. Nomi ricorrenti ai quali, nonostante le condanne, non viene impedito di continuare a operare nella Pubblica Amministrazione.

Expo Milano 2015

Questa non è in ogni caso la prima volta che sono state riscontrare delle irregolarità nell’organizzazione dell’Expo Milano 2015, visto che già in precedenza sono uscite fuori le attività della ‘Ndrangheta, la quale sarebbe secondo alcuni uno dei principali finanziatori dell’esposizione universale. Nando Dalla Chiesa, del resto, ha avuto modo di sottolineare come sia praticamente impossibile impedire del tutto le infiltrazioni, a causa di quegli enti privati e pubblici che anche in buona fede sottovalutano il pericolo derivante dalle organizzazioni criminali: perché allora parlare di Expo Mafia Free? Non sarebbe più opportuno riservare le energie dedite alla propaganda per informare sulla reale influenza che hanno le organizzazioni mafiose? 


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