“Napoli o la odi o la ami”: un motivo per andare via e uno per restare


“Si raccontano tante storie su Napoli quanti sono i suoi volti, ma su una cosa quasi tutti sono d’accordo: o la odi o la ami”, è quanto affermato dal travel blogger statunitense Mattie Bamman su Napoli. Libero Pensiero ha pubblicato i 10 motivi che hanno spinto l’autore ad amare la città partenopea ma all’articolo non sono mancati i commenti negativi di persone che hanno ricordato i motivi per odiarla, come: “paradiso abitato da diavoli”

Il suddetto sito ha affrontato la questione del dibattito su Napoli chiedendo ai propri lettori un motivo per andare via ed uno per rimanere, dove su 10 lettori i commenti negativi più o meno combaciano tra loro ed oscillano tra i soliti stereotopi su Napoli e profonde verità.

Luca racconta: “vorrei trasferirmi in una città in cui io non debba temere di ostentare un cellulare o un altro oggetto di valore. Qui alcune esperienze spiacevoli mi hanno decisamente segnato”, mentre il motivo per restare secondo lui è la mozzarella di bufala, “in quale altro luogo la fanno così buona?”.

Luigi: “resistere non serve a niente, se lo si fa non si è eroi, bensì martiri”, ma “temo che lontano da Napoli si smarriscano abitudini oramai consolidate che, già lo so, mi mancherebbero terribilmente”.

Valerio, invece, dice di Napoli che è “caotica, caotica, caotica”, ma del resto “è una metropoli in cui tutto è disponibile nel raggio di 100 metri”.

Rita, in parte, condivide il pensiero precedente dicendo che: “vivere a Napoli stressa. Desidererei uno stile di vita diverso, decisamente più sereno”, ma resterebbe per l’invidiabile clima mite.

Anche Massimiliano parla di Napoli come “una città pericolosa. Non lo dico io, lo attestano le statistiche: risulta prima per reati violenti! Qui, più che altrove, il timore di non rincasare si fa concreto”, ma d’altro canto è economica, “tutto costa veramente pochissimo”.

Lorenza, invece, se ne andrebbe a vivere in una città più attrezzata “dove i servizi vengano garantiti e gli incivili non la facciano da padrone”, ma ammette di aver “instaurato un legame affettivo con la città di cui posso non tener conto”.

La visione di Matteo è ancor più pessimistica: “Napoli non ti offre nulla e non ti offrirà nulla: non cambierà mai”, ma ammette chesolo a Napoli puoi vivere certi momenti magici, come guardare il panorama più bello del mondo o mangiare una pizza buonissima ad un euro”.

Assunta afferma un qualcosa che forse ognuno di noi pensa, l’essere consapevole delle potenzialità di Napoli: “Io ho una grande rabbia dentro, perché so che Napoli potrebbe essere un paradiso, ma forse non lo sarà mai” e nonostante ciò resterebbe qui se trovasse un lavoro che la soddisfi.

Vittorio: “la città è sporca, non sicura, carente nei servizi e popolata da incivili” maè comunque una città molto bella. Bello il panorama, bello il paesaggio, belli certi palazzi, belli i monumenti, belle le chiese”.

Francesco, invece, si lascia andare a commenti che fanno riflettere: “I napoletani sono un motivo buono per restare e per andarsene. Napoli, a differenza di molte altre città, ha un’anima, uno spirito… la “napoletanità” la respiri, per così dire, intendo in positivo in questo caso. Allo stesso tempo la napoletanità è un motivo per scappare, rappresentando (un certo tipo di napoletanità) tutto il peggio che la nostra società possa esprimere. Da un lato la napoletanità illuminata, colta, magari un po’ chiassosa ma unica nel suo genere, la napoli degli artisti, dei commediografi, dei poeti; dall’altro lato una napoli completamente diversa, dove la napoletanità la identifichi con arroganza e sopraffazione. Ecco, i napoletani possono essere un buon motivo per restare e per fuggire”.

Al di là dei pregiudizi su Napoli, dove molti la vedono sporca, pericolosa, poco accogliente e scarsa nella fruibilità dei servizi, ma a mio avviso non dissimile da altre grandi metropoli, ci sono milioni di motivi per amarla. Napoli non è solo questo, è una città ricca di arte e cultura, di musica, di teatro, di tradizioni che ancor oggi si tramandano di generazione in generazione, è la città della gente accogliente e sorridente. E’ una città che ha bisogno di essere capita e tutelata dalle mille avversità e adorata per le sue infinite virtù.

Per consultare l’articolo del blogger americano Mattie Bamman, clicca qui!


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