RAI, scoppia caso di razzismo: i Siciliani hanno l’abitudine di stuprare


Scoppia un caso di razzismo in RAI, emittente statale per la quale tutti gli italiani pagano il canone. Nella puntata di Uno Mattina di ieri, 16 gennaio, che tra gli altri temi affrontava quello del razzismo, il giornalista e scrittore scrittore genovese Carlo Panella, il quale nel corso della sua vita da convinzioni di estrema sinistra è passato a quelle di centro-destra, ha affermato che “Dietro Colonia c’è la dinamica del branco: un gruppo di maschi ubriachi, testosterone, che fanno le porcate che fanno i maschi che facevano in Sicilia e che forse fanno ancora in Sicilia”, davanti all’impassibile conduttore Tiberio Timberi, il quale ha di fatto lasciato passare la dichiarazione, e nel silenzio dell’avvocatessa palermitana Giulia Bongiorno, diventata famosa per aver difeso Giulio Andreotti dalle accuse che lo volevano legato alla mafia.

La Bongiorno, molto attiva per la difesa dei diritti delle donne, aveva denunciato il silenzio, in particolare delle femministe, circa i fatti di Colonia, che secondo lei risiede nel timore di essere tacciati di razzismo finendo per, poi, essere razzisti nei confronti delle donne stesse. Timperi aveva preso la parola e chiesto a Panella se fosse vero che nei paesi nordafricani, a maggioranza musulmana, la donna non sia altro che una preda, versione che il giornalista ha confermato sostenendo che è assolutamente vero, “non c’è nulla da contrapporre”.

“Branco e consuetudine storica, noi abbiamo avuto una consuetudine sull’inferiorità della donna, ma è una consuetudine, non ci rifacciamo ai testi, non ci rifacciamo alla Bibbia o al Vangelo. C’è un tema scabroso, difficile da affrontare: nel Corano c’è scritto, nella Sura seconda versetto 228, che la donna ha pari diritti e doveri degli uomini, ma l’uomo è superiore. Dietro Colonia c’è la dinamica del branco: un gruppo di maschi ubriachi, testosterone, che fanno le porcate che fanno i maschi, che facevano in Sicilia e che forse fanno ancora in Sicilia. Poi ha citato a supporto della sua tesi una foto degli anni ’50 che sarebbe stata scattata nell’isola, in cui una bella ragazza sarebbe seguita da vari galletti che la infastidivano. Tutto sotto lo sguardo compiacente e i cenni di approvazione della Bongiorno, mentre Timperi ha tentato di precisare che sono cose che i maschi fanno un po’ ovunque, venendo tuttavia sovrastato da Panella e non svolgendo le sue funzioni di conduttore, tra le quali vi è quella di fermare tutto per effettuare delle precisazioni e prese di distanza nette.

Panella poi ha proseguito attaccando ancora la religione islamica, continuando a sottintendere una superiorità cristiana che non prevede un ruolo secondario della donna, dimostrando di conoscere poco la Bibbia, dove si può leggere (citiamo soltanto uno di diversi passi) nel Nuovo Testamento:

– Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto (Efesini, 5, 22). Solo nel 1989 una sentenza della Corte Costituzionale ha affermato categoricamente che l’Italia non ha una religione di Stato, e ancora ancora si fa propaganda e proselitismo politici facendo leva sui princìpi della religione cristiana. Altro che laicità, altro che superiorità rispetto ai musulmani: guardiamo la trave nel nostro occhio.

È assurdo quanto anacronistico e pericoloso, perciò, affermare una superiorità del Cristianesimo, così come è indecente identificare lo stupro come una consuetudine siciliana da sempre e tutt’ora diffusa. Sarebbe stato al contrario giusto ricordare che la società italiana tutta è ancora prevalentemente maschilista, perché è un dato di fatto tangibile ed osservabile, ma non, ripetiamo, dichiarare che lo stupro e le molestie sessuali siano una consuetudine, siciliana così come italiana. Probabilmente Panella, accecato dalla voglia di apparire come uno che non ha timore di dire le cose per non essere accusato di razzismo, è andato troppo oltre e ha spento in quel frangente il cervello.

Le donne in Italia sono vessate e discriminate, ma la lotta alle ingiustizie si fa col cervello acceso e ben funzionante, senza propaganda politica.


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