La Supplica: ecco la storia della Madonna di Pompei


La Madonna di Pompei, o Beata Vergine del Rosario di Pompei, è un quadro che attira ogni anno nella cittadina del napoletano un grandissimo numero di pellegrini, più di 4 milioni l’anno secondo le stime, provenienti da ogni parte del mondo, per rivolgere a Maria le proprie preghiere e ricevere una sua grazia, la quale consiste per lo più in un miglioramento della propria vita materiale o spirituale; in cambio, oltre alle preghiere, ingenti offerte in banconote capaci di riempire grossi sacchi. Il suo culto è molto forte in tutta la Campania e nel Mezzogiorno, dove girano parecchie immaginette, adesivi per auto, oggetti vari e, addirittura, riproduzioni del quadro stesso a grandezza naturale o in scala lievemente ridotta. Un’immagine della Madonna di Pompei si trova addirittura nel tunnel degli spogliatoi dello Stadio San Paolo, il tempio sportivo del Napoli Calcio, insieme a quelle di “altre Madonne” che i calciatori più devoti non esitano ad accarezzare perché assista e accompagni le loro gesta nel rettangolo di gioco.

Della Vergine del Rosario è celebre la Supplica, scritta dal Beato Bartolo Longo nel 1883 come “Atto d’amore alla Vergine”, la quale si recita in due occasioni: l’8 Maggio, che è l’anniversario della posa della prima pietra del Santuario di Pompei (era l’anno 1876), e la prima domenica di Ottobre, il mese dedicato al Rosario e in cui ricorre la festa della Madonna del Rosario, il 7 Ottobre. Dal 1876 ad oggi il testo della Supplica è stato più volte modificato dalla Chiesa Cattolica, e tagliato in molte parti, operazioni che hanno avuto il risultato di nascondere i sentimenti più intimi di Bartolo Longo; la versione originale, in ogni caso, è facilmente rinvenibile sia su Internet che nei negozi di articoli religiosi.

Bartolo Longo e la contessa Marianna De Fusco

Bartolo Longo e la contessa Marianna De Fusco

La storia della Madonna di Pompei inizia nel 1872, quando Bartolo Longo, che aveva avuto una giovinezza piuttosto “movimentata” e tutt’altro che esente da qualche vizio, arrivando perfino a diventare un sacerdote satanico quando giunse a Napoli da Brindisi per studiare all’Università, entrando in contatto con il mondo anticlericale e ateistico, udì la Madonna dirgli: “Se propagherai il Rosario sarai salvo” mentre si trovava nei campi. A quel punto Bartolo Longo, che temeva molto per la propria anima, cominciò l’opera di diffusione, la quale però non dava frutti, dunque decise di recarsi a Napoli per acquistare un dipinto, in modo che la gente avesse un oggetto da venerare. In via Toledo incontrò il proprio confessore, che gli disse di rivolgersi a Suor Maria Concetta del convento di Porta Medina: il quadro che questa gli diede era in pessimo stato di conservazione, con le tarme e pezzi di colore mancanti, però l’uomo lo acquistò lo stesso e lo fece trasportare a Pompei su un carretto di solito usato per trasportare il letame.

Insieme al restauro del quadro, che molto tardi si scoprì essere di un allievo di Luca Giordano, iniziò la costruzione della Basilica, nel 1876, proprio lì dove Bartolo Longo sentì la voce della Madonna. Fondamentali furono le cospicue elargizioni della contessa Marianna De Fusco, con cui Bartolo Longo conviveva e poi sposò, per tacere le voci di una tresca amorosa al di fuori del matrimonio. Durante il restauro Santa Rosa fu trasformata in Santa Caterina da Siena, a correzione di un grave errore che poteva portare all’interdizione, cioè il divieto di ogni funzione religiosa nel luogo dove il quadro fosse stato esposto. Alla tela furono aggiunte pietre preziose quali diamanti, zaffiri e 4 rarissimi smeraldi donati da due ebrei; tutte queste pietre furono tolte negli anni ’60 durante l’ultimo restauro. Il 13 Febbraio 1876 il dipinto fu mostrato per la prima volta, e già quel giorno si verificò il primo miracolo, la guarigione a Napoli di una ragazzina che l’illustre professor Antonio Cardarelli aveva giudicato inguaribile dall’epilessia. La voce si sparse in fretta e migliaia di fedeli giunsero a Pompei, che allora era soltanto una valle che ha fatto parte fino al 1928 di Torre Annunziata, all’epoca la seconda città della Campania dopo Napoli, e si moltiplicarono considerevolmente le offerte per la costruzione del Santuario, tanto che ancora oggi possiamo vedere i pregiatissimi marmi utilizzati sia all’interno che all’esterno della struttura.

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Il Santuario di Pompei

Il Santuario di Pompei fu consacrato nel 1891, la facciata fu completata nel 1901 e già nel 1894 fu eletta Basilica Pontificia, grazie all’enorme eco della “rivalutazione” del Rosario che giunse fino a Roma, al papa. Nel 1925 fu completato il campanile di 88 metri e, negli anni ’30, la Basilica fu ampliata passando da una a tre navate e costruendo una cupola più grande, il tutto per meglio contenere le ondate di pellegrini che pregavano la Madonna dei miracoli, come testimoniano i migliaia di ex voto che si possono vedere all’interno del Santuario. Tale è l’importanza della Basilica di Pompei, per il mondo cattolico, che ben 4 volte è stata visitata da un papa, di cui una il 7 Ottobre 2003 (che cadeva come prima domenica di Ottobre) con Supplica alla presenza di Giovanni Paolo II.


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