Napoli, albergo rimborsato della tassa sui rifiuti: il servizio troppo scadente


Una sentenza storica della Cassazione fa tremare parecchi comuni italiani: nel corso della puntata di Mattino Cinque in onda questa mattina, infatti, è emerso che un albergo partenopeo ha chiesto ed ottenuto il rimborso della tassa sui rifiuti perché questi, di fatto, non venivano raccolti. Non essendoci il servizio, la tassa non va pagata. Il caso di specie risale al periodo dell’emergenza rifiuti, negli anni di commissariamento straordinario.

In particolare, la Suprema Corte ha affermato che, in caso di disservizi, le imprese e i cittadini possono chiedere fino al 40% di “sconto” sulla Tarsu anche se il comune non ha colpe circa i disservizi stessi.

Il Comune di Napoli aveva obiettato che “l’intera materia e le connesse competenze decisionali erano in capo al commissario straordinario, articolazione della presidenza del Consiglio dei ministri, e che il Comune certamente non avrebbe potuto prevedere che gli impianti di raccolta dei rifiuti solidi urbani, di competenza del commissario straordinario, si sarebbero saturati a causa del mancato completamento del ciclo di lavorazione alla termovalorizzazione”.

La Cassazione si è tuttavia espressa dichiarando che la tesi del Comune di Napoli non fosse convincente, aggiungendo che, in ogni caso, la tassa sui rifiuti era stata introitata da Palazzo San Giacomo. L’hotel ha perciò ragione e una parte della tassa sui rifiuti va restituita.

Si tratta di una sentenza storica perché, adesso, tutti i cittadini e le imprese italiani potranno ottenere il rimborso della tassa in forza di questa decisione. Da Nord a Sud sono tante le amministrazioni comunali che tremano. Si è fatto soprattutto l’esempio di Roma, notoriamente alle prese con un grave problema dei rifiuti.

Tornando a Napoli, invece, bisogna sottolineare che la raccolta differenziata attualmente si attesta intorno al 25%. Prima di essere eletto per la volta, l’attuale sindaco aveva promesso di poter giungere in poco tempo al 75%. Nonostante i gravi problemi e il bilancio disastroso con cui il primo cittadino ha dovuto confrontarsi, sin dal primo giorno del suo insediamento, dopo 7 anni probabilmente il 25% resta un risultato ancora troppo povero.

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