Salvator Mundi, rubato per la boss Licciardi. Le intercettazioni: “Ce lo portammo sopra al motorino”


Il “Salvator Mundi” napoletano, dopo il furto fu trasportato in scooter nei vicoli di Napoli.

A riportare la notizia è il corrieredelmezzogiorno.it. Le intercettazioni: “Ce lo portammo sopra al motorino quel coso, non gli davamo manco valore“.

Salvator Mundi, dopo il furto fu portato sullo scooter

Per il Salvator Mundi rubato nella chiesa di San Domenico Maggiore, olio su tela copia del famoso quadro di Leonardo venduto all’asta per 450 milioni di dollari, la Procura ha”incolpato” la Curia: “La sottrazione del dipinto è stata un’operazione estremamente elementare, che non ha richiesto particolari abilità a causa dell’assoluta inadeguatezza delle misure di protezione e della mancanza di qualsivoglia cautela volta a preservare l’integrità del prezioso patrimonio artistico contenuto all’interno della basilica. È stata accertata la mancanza di un idoneo sistema di allarme antintrusione all’interno degli ambienti del complesso monumentale ed in particolare del vano in cui era custodito il dipinto. È inoltre emerso che le chiavi di accesso alla chiesa ed al museo erano in possesso di una pluralità di persone, così come la combinazione della cassaforte in cui era custodita la chiave di apertura della porta della Sala del Tesoro”. E’ quanto scrivono i pm, nel decreto di arresto alle sei persone ritenute responsabili del furto.

Nel gennaio del 2021 il dipinto fu rinvenuto a Ponticelli, in casa di un incensurato. Il furto probabilmente è avvenuto grazie alla complicità di un dipendente della basilica, P. F. (tra gli arrestati), operatore storico dell’arte. Il quadro sarebbe stato rubato, trasportato in scooter attraversando la città, nascosto a Ponticelli ed offerto a Maria Licciardi, capo dell’omonimo clan camorristico, che all’epoca era latitante. Questo è stato scoperto grazie alle intercettazioni ambientali dei carabinieri del Ros che indagavano sulla Licciardi.

Rubato per la capo clan Maria Licciardi

Il giorno prima del ritrovamento del Salvator Mundi, A. M., uno dei fermati, va a trovare Maria Licciardi nella casa in cui si nasconde. “Ti voglio fare una imbasciata. – dice – Enzo mio cognato, gli sono andati a portare un buon quadro! Il custode glielo ha dato! È stimato assai! Hanno cercato a due o tre di loro per vedere il miglior offerente. Ha detto Enzo: vedi se la zia, teniamo qualcuno importante che si compra i quadri antichi. Vale da due ai cinque milioni di euro“.

Qualche giorno più tardi individuarono un mercante in Svizzera. E rivela ancora: “L’ho tenuto a casa, però, feci io, già sono venuti due di loro a vederlo: mo cambio posto. Ce lo portammo sopra al motorino quel coso, lo mettemmo in mezzo al SH, perché non gli davamo manco valore“.


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