“”Maternità in gabbia”, quando sono anche i bambini ad essere detenuti: l’evento del Rotary Club Napoli

maternità in gabbia


Maternità in gabbia è un evento curato da Rosina Casertano, avvocato cassazionista e presidente commissione giustizia Rotary Napoli. Si terrà domani martedì 28 febbraio alle ore 18.30 all’Hotel Royal.

Dopo i saluti istituzionali di Antonio Ascione, Presidente Rotary Club Napoli, interverranno la giornalista e saggista Rosaria Capacchione, Samuele Ciambriello garante detenuti Regione Campania, Marco Puglia magistrato sorveglianza Tribunale di Napoli e Raffaello Magi, consigliere sezione penale Cassazione.

Maternità in gabbia, l’evento del Rotary Club Napoli

Maternità in gabbia vuole evidenziare quanto la condizione carceraria femminile impatti sull’esercizio della maternità condizionandola, reprimendola recidendola“, dichiara Rosina Casertano.

La maternità – prosegue – quale esercizio della genitorialità intramura carcerarie viene vista come ossimoro (incompatibilità con il
contesto carcerario). Lo stato da padre diventa padrone, sovverte vestendolo di legalità un principio pacifico, quello secondo cui le colpe dei genitori non possono ricadere sui figli; entra a gamba tesa nella gestione di diritti irrinunciabili dell’individuo quale la gestione della maternità e frange un legame ancestrale. In allineamento con paesi in cui il regime carcerario è ontologicamente diverso l’Italia ha previsto la permanenza del minore con la madre detenuta nel periodo di vita da 0 a 3 anni. E nonostante l’unione europea dica il bambino non è un detenuto di fatto lo diventa; intramura carcerarie il minore subisce danni allo sviluppo intellettivo cognitivo psicomotorio, al linguaggio allo sviluppo affettivo e relazionale“.

Al compimento del terzo anno (nel periodo di vita in cui cordone ombelicale ancora saldo secondo le regole della psichiatria infantile) si recide il legame con disturbi reattivi da deprivazione. Se la detenuta ha sostrato familiare di appoggio esterno il minore ivi ripara, diversamente intervengono i servizi sociali con deprivazione con gravi disturbi reattivi. Su questo argomento intendiamo offrire spaccato
fotografico con un dibattito con giornalisti esperti di cronaca giudiziaria e carceraria , con operatori del sistema e magistrati di esecuzione penale e sorveglianza oltrechè di Cassazione per le continue sanzioni CEDU alla violazione dei diritti umani Raccomandazione n. 5 del 2018 del Comitato dei Ministri degli Stati membri dell’Unione Europea: “I bambini possono restare in carcere solo se soddisfa il loro interesse”. La corte costituzionale più volte ha stabilito che la tutela del minore è un prius a raffronto dell’interesse dello stato all’esecuzione immediata della pena. Ma quale è in concreto la tutela del minore“, conclude.


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