Il sindaco di Torre scrive a Conte: “Riaprire i ristoranti, hanno un ruolo di riabilitazione sociale”


Dopo la dura lettera di Vincenzo De Luca indirizzata al premier Conte, ora è il turno del sindaco di Torre del Greco Giovanni Palomba. Queste le parole del primo cittadino rivolte anche al Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo per chiedere la possibilità di revisione degli orari di apertura delle attività legate alla ristorazione (ristoranti, pizzerie, pub, bar e pasticcerie) e per chiedere il ripristino degli obblighi vigenti in materia precedentemente all’entrata in vigore del DPCM 25 Ottobre 2020.

“La città di Torre del Greco è espressione di un’antica, quanto rinomata esperienza nel campo culinario e gastronomico e vanta una consolidata arte pasticciera, da sempre accreditata al nostro territorio, tale da rappresentare una vera e propria risorsa economica. L’idea è nata dalla considerazione che “negli ultimi anni la proliferazione di attività di indotto enogastronomico e dolciario ha avuto il significato, per alcuni quartieri della città, di un’autentica riqualificazione urbana e di riabilitazione sociale, intervenendo in zone del territorio abbandonate al degrado e acclarate, precedentemente, quali luoghi di criminalità organizzata”.

“Un atto dovuto – dichiara il sindaco Palomba – nei confronti degli imprenditori che hanno avuto la tenacia ed il coraggio di investire sul nostro territorio portando avanti, con sacrificio, la propria attività, riconosciuta ed accreditata alla città di Torre del Greco, da tutta la regione. Ho ritenuto, pertanto, senza alcuna posizione critica ma nel pieno spirito di collaborazione e proposizione istituzionale, rivolgermi al Governo centrale, rappresentando il sentimento e le istanze di una categoria che ad oggi è un autentico motore dell’economia locale. Tanto – la chiosa  nell’ulteriore considerazione che la riduzione della fascia oraria prevista per lo svolgimento della piena attività, fissata entro le ore 18.00, potrebbe avere una ricaduta in quelle stesse aree, oggi, recuperate alla legalità”. 


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