Torre del Greco, provarono a salvare il bimbo gettato in mare dalla madre: premiati
Feb 18, 2022 - Redazione
Torre del Greco. Si è svolta a palazzo Baronale la cerimonia di consegna degli encomi ai due ragazzi che tentarono di salvare il bimbo gettato in mare la sera del 2 gennaio in località La Scala.
Torre del Greco, encomio ai due soccorritori
I due giovani, Pasquale Apparenza e Daniele Bossa, allertati da una segnalazione di pericolo, ricevuta dalla scogliera posta a protezione dell’ultimo tratto di via Calastro, si sono lanciati in mare con prontezza e determinazione, dando prova di un alto senso del dovere e di profondo spirito di servizio verso la collettività.
A consegnare i riconoscimenti, il sindaco di Torre del Greco Giovanni Palomba, alla presenza dei familiari dei due ragazzi e del bambino.
“E’ bello leggere – le parole del primo cittadino – forte e vivo, nei ragazzi e nei tanti giovani della nostra comunità cittadina, il senso pieno e profondo di educazione ai valori della solidarietà umana e dell’altruismo sociale. Una lezione di civiltà che ci fa sperare nei nostri ragazzi e ci incoraggia a mettere in campo, le migliori energie per la formazione dei nostri giovani. Pasquale e Daniele hanno reso un servizio all’intera comunità cittadina. E,’ davvero, questa una bella pagina di dignità per Torre del Greco”.
Il racconto dei ragazzi
I due ragazzi raccontarono al quotidiano ‘Metropolis‘: “Sentivamo delle grida dal mare, qualcuno chiedeva aiuto. Ci siamo incuriositi ed abbiamo visto due persone che si avvicinavano alla spiaggia. Quando siamo arrivati lì abbiamo visto una persona che si stava spogliando per buttarsi in acqua, probabilmente era il papà del bambino e marito della donna”.
“La signora era all’estremità della scogliera. L’uomo era in difficoltà per riportare questo bambino in salvo così io e il mio amico abbiamo pensato di buttarci anche noi in acqua per dare una mano. Il primo soccorso lo abbiamo fatto al bambino portandolo verso terra. Ci siamo accorti però che già non dava segni di vita”.
“Poi – continuarono – siamo ritornati sullo scoglio per recuperare la madre e le abbiamo fatto alcune domande su cosa fosse successo. Lei diceva di esser stata rapinata da uno straniero. Noi non sapevamo se crederla o no ma comunque l’abbiamo aiutata per tornare a terra. Anche lei era in fase di shock, diceva cose senza senso. Un altro mio amico ha iniziato a fare un massaggio cardiaco al bambino ma non è riuscito a fare nulla perché era già morto”.