Menichini dopo Turris-Potenza: “Piedi per terra, ci sarà ancora tanto da soffrire”

Leonardo Menichini dopo Turris-Monterosi - Foto Salvatore Varo


Di rabbia, di forza, di cattiveria, la Turris sbanca il Liguori all’ultimo respiro e si regala i tre punti nello scontro diretto contro il Potenza e continua a correre in classifica (7 punti nelle ultime 3 partite). I corallini sembrano rigenerati dalla cura Menichini che al termine della sfida in conferenza stampa ha messo in luce tutta la sua felicità per la vittoria odierna, nonostante la tanta sfortuna nel corso dei novanta minuti e alcuni episodi arbitrali da matita blu.

Le parole di Menichini dopo Turris-Potenza

Il commento del tecnico al fischio finale: ““Dopo il rigore sbagliato ed altre palle gol mancate sembrava una serata stregata, ma siamo stati bravi ad avere pazienza e a crederci fino alla fine, sintomo anche di una grande forza mentale. Al di là del peso enorme per la classifica, i ragazzi meritavano questa soddisfazione per il lavoro che stanno realizzando ed il grande spirito di sacrificio che stanno evidenziando. Il gruppo sta dimostrando di essere compatto in tutti i propri componenti. La vittoria tutto sommato è stata meritata”. 

La difesa sempre più solida: “Le statistiche dicono che, in questo gioco, a vincere è quasi sempre chi ha la miglior difesa. Perché un gol lo si può sempre fare. Diventa, invece, complicato quando bisogna farne più di uno a partita per recuperare lo svantaggio, perché questo implica sbilanciarsi e concedere spazi all’avversario. Quando sono arrivato, abbiamo analizzato i numeri, come si suole fare in questi casi, ed è chiaro che bisognava innanzitutto lavorare per limitare le troppe reti subite. Tuttavia, a mio avviso non era un problema che investiva solo il reparto difensivo, ma doveva inglobare tutta la squadra in fase di non possesso. Ora piedi per terra e grande umiltà, dato che ci sarà ancora tanto da soffrire”.

Sull’azione del gol: “Sul gol bisogna fare un elogio a tutti e in particolare a Jallow che corre e lotta su tutti i palloni. È questo lo spirito che ci deve accompagnare. Casarini? È un professore: sa quando gestire la palla, sa quando giocarla, quando abbassare o alzare il ritmo. È un giocatore importantissimo, una grande persona. Nonostante la sua carriera, si è calato come una ragazzino nella nuova realtà. È un leader silenzioso”.

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