Processo morte Maradona, mostrato video dell’autopsia: “Aveva 4 litri di liquido nel corpo”
Mar 28, 2025 - Redazione Vesuviolive
Il processo sulla morte di Diego Armando Maradona, icona del calcio mondiale, ha raggiunto ieri un momento cruciale con la presentazione in aula del video dell’autopsia, un documento che ha scosso i presenti e riacceso il dibattito sulle circostanze del decesso del leggendario “Pibe de Oro”.
Processo sulla morte di Diego Armando Maradona, mostrato il video dell’autopsia
L’udienza, svoltasi presso il Tribunale Penale di San Isidro, in Argentina, ha visto la testimonianza dei medici legali che hanno eseguito l’esame post-mortem, portando alla luce dettagli strazianti sulla fine dell’ex campione.
Il filmato, mostrato dagli avvocati della famiglia Maradona, ha rivelato che Diego aveva accumulato circa 4 litri di liquido nel corpo, distribuiti tra polmoni, cuore e altre cavità, un segnale evidente di un edema generalizzato che, secondo gli esperti, non si sarebbe sviluppato in poche ore ma in un arco temporale ben più lungo.
“La morte di Diego era evitabile”
Fernando Burlando, legale delle figlie Dalma e Giannina, ha dichiarato: «Abbiamo dimostrato al tribunale ciò che emerge sempre più chiaramente: la morte di Diego era evitabile. L’edema non è stato un’emergenza improvvisa, ma il risultato di una condizione trascurata». Una tesi che rafforza l’accusa contro i sette imputati – tra medici e infermieri – chiamati a rispondere di omicidio colposo con dolo eventuale.
Tra i momenti più intensi dell’udienza, la deposizione del medico legale Carlos Mauricio Cassinelli, che ha eseguito l’autopsia, ha lasciato il pubblico senza parole.
«Maradona ha vissuto un’agonia di almeno 12 ore», ha affermato Cassinelli, sottolineando la presenza di un coagulo nel cuore e un organo che pesava 503 grammi, quasi il doppio rispetto alla norma. «I polmoni erano pieni d’acqua, una situazione che si sviluppa in giorni, non in un istante.
Diego non è stato assistito come avrebbe dovuto». Queste parole hanno fatto eco alle lacrime delle figlie presenti in aula, con Jana, la più giovane, che ha scelto di uscire prima della proiezione del video.
Il processo, iniziato l’11 marzo scorso, vede sul banco degli imputati figure chiave dell’équipe medica che seguì Maradona negli ultimi giorni di vita, tra cui il neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov.
“Immagini insostenibili”
L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Patricio Ferrari, punta il dito contro una gestione sanitaria definita «sconsiderata e carente», che avrebbe lasciato il campione in balia di una morte annunciata nella sua casa di Tigre, il 25 novembre 2020. La procura sostiene che gli imputati fossero consapevoli del peggioramento delle condizioni di Maradona, ma non abbiano agito per salvarlo, accettandone il rischio fatale.
Nonostante l’udienza non sia stata trasmessa in diretta, evitando la diffusione pubblica delle immagini dell’autopsia, il peso emotivo della giornata è stato palpabile.
Veronica Ojeda, ex compagna di Maradona e madre di suo figlio Diego Fernando, ha definito le immagini «insostenibili», mentre fuori dal tribunale una folla di tifosi ha continuato a gridare «Giustizia per Diego», un mantra che accompagna il processo sin dal primo giorno.
Il caso, che si preannuncia lungo e complesso con oltre 90 testimoni ancora da ascoltare, continua a dividere l’opinione pubblica. La difesa degli imputati, dal canto suo, insiste sull’imprevedibilità delle condizioni di Maradona e sulla sua riluttanza a seguire i consigli medici. Ma le prove presentate ieri – dal video dell’autopsia alle perizie – sembrano rafforzare la tesi dell’accusa: la morte del “Diez” non era inevitabile.
Mentre il mondo del calcio e i tifosi argentini attendono un verdetto, una cosa è certa: Diego Armando Maradona, il genio ribelle che ha incantato milioni di persone, continua a far parlare di sé, anche oltre la sua tragica fine. La verità sulla sua morte, forse, è più vicina che mai.