Vicoletto delle Vergini: origini e storia di un’usanza perduta!


Negli ultimi giorni circola in rete l’immagine del riquadro del “Vicoletto delle Vergini”, sito in Aversa (CE), con l’aggiunta di una divertente scritta: “Vir buon” (“Vedi bene”, tradotto per i non campani). Tale atteggiamento ironico rispecchia un cambiamento culturale e di costumi. Infatti la stradina è dedicata alle Vergini perché un tempo le ragazze di 21 anni abbandonate alla nascita vi andavano illibate per trovare marito.

Il pretendente le lanciava un fazzoletto, se veniva accettato, il matrimonio poteva avere luogo, sennò si passava al prossimo. Tali usanze simboliche sarebbero troppo altisonanti ai tempi d’oggi, in un’epoca dove le giovani hanno opportunità fin da subito di disporre liberamente del proprio corpo e dei propri sentimenti. In tal modo si prendono delle decisioni, ci si responsabilizza e si cresce, nel bene o nel male, a differenza di quel che possono dire tanti bacchettoni.

Infatti i giovani si comportano secondo i modelli proposti: fino a qualche epoca fa si cercava di inculcare alle fanciulle un’educazione religiosa e moralista, invece, attualmente i principali modelli di comportamento sono proposti dai mass media. Codesta evoluzione culturale è ben evidente con la scritta “Vir buon”, identificabile più culturalmente come un graffito contro ciò che ci viene imposto come scontato, ricordando quegli stessi graffiti a forma di baffi che l’artista dada Marcel Duchamps raffigurò alla Gioconda, definita bella solo per la sua fama!


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