ACCADDE OGGI Palermo-Turris 0-1, come trasformare un sogno in un incubo
Nov 25, 2025 - Francesco Panariello
Era il 25 Novembre 2020, la Turris di Fabiano al primo anno di Serie C andava per la prima al “Barbera” di Palermo per affrontare un colosso del calcio. Di quella partita ricordiamo la tenacia, il sacrificio, la resistenza stoica al forcing rosanero, ma soprattutto ricordiamo quel contropiede in pieno recupero con cui Pandolfi regalò ai corallini la vittoria storica al Barbera.
Tuttavia, in questi 5 anni la squadra corallina ne ha passate di tutti i colori, fino, purtroppo, all’incredibile dissoluzione avvenuta proprio nell’anno in cui celebrava i suoi 80 anni di storia, anno in cui si trova a vivere una stagione senza calcio.
Turris, in 5 anni il sogno è diventato un incubo
Per chi non ricordasse cos’era la Turris quell’anno, era la squadra che aveva ottenuto la promozione in C l’anno prima, era la squadra di mister Fabiano, era una squadra “esempio” per l’Italia intera sul piano economico, una squadra a debito 0( che faceva gola a molti), una squadra piena di giovani con potenziale, ma soprattutto era una squadra sana.
Era la Turris che fece scoprire all’Italia il talento cristallino di Luca Pandolfi, di Daniele Franco, che fece ritornare ai massimi livelli Luca Giannone; insomma era una Turris di talenti, di esperti ma soprattutto di potenziale enorme.
Infine, era la Turris del pareggio a Terni per 2-2, del pareggio in rimonta ad Avellino, della vittoria al Barbera, del pareggio a Foggia, era una squadra che quando era chiamata ad alzare il livello, lo faceva stupendo l’Italia intera.
L’apogeo di questo percorso sostenibile, appassionante avvenne l’anno successivo dove tutta l’Italia scoprì la Turris di Caneo, a Gennaio in seconda posizione in Serie C con delle prestazioni super: 3-0 al Palermo con 2 rigori sbagliati, 1-0 col Catanzaro, vittoria a Foggia e tantissime altre. Questa Turris regalò al calcio Manzi e Tascone.
Era la Turris dell’attacco stellare con Santaniello, Leonetti e Giannone che chiuderanno tutti l’anno in doppia cifra di reti. Quello era l’anno dei play-off per andare in Serie B, un anno storico che rimarrà sempre impresso nella storia corallina.
L’inizio della fine
Tuttavia, proprio come nei migliori film, da quel punto in poi avvenne l’inizio della fine. La stagione successiva la Turris cambiò ben 4 allenatori, in quella stagione la Turris volle cambiare status, voleva diventare una big, ma il passo inverso era molto vicino.
Monte ingaggi record, da prime 5 della classe, nomi importantissimi in quella squadra, ma ormai la Turris sostenibile, giovane e a debiti 0 era ormai terminata. Era iniziato infatti in città un dissenso sempre più grande verso i Colantonio che poi raggiungerà il suo apice nella stagione successiva.
Ad ogni modo, in quell’anno la Turris riuscì ad evitare i play out grazie alla penalizzazione del Monterosi e provò a mettersi alle spalle tutto l’accaduto cercando un ritorno alle origini con Bruno Caneo. Dopo un inizio esaltante però la Turris cade di nuovo nel baratro con un filotto di sconfitte e pareggi senza precedenti.
Ad inizio Gennaio, Caneo saluta e lascia spazio a Menichini che con un autentico miracolo riesce a salvare questa squadra facendo ritornare per certi aspetti la Turris che avevamo imparato a conoscere: dedizione, sacrificio, forza di volontà, resistenza e audacia ritornarono tra i valori di quella squadra.
L’anno più buio
Dopo quell’annata, i Colantonio lasciano Torre Del Greco per far spazio alla cordata di Ettore Capriola. Tuttavia la nuova era della Turris parte già a rilento, Menichini inspiegabilmente esonerato per far posto a Mirko Conte, Napolitano nuovo ds ma i colpi di mercato sono bloccati per quasi un mese.
Infatti, per problemi “bancari” non si riesce ad ottenere una fideiussione che possa sbloccare i nuovi acquisti e quindi la Turris gioca i primi due match praticamente con la Primavera. Poi, gli acquisti possono giocare ma si scoprono per la maggior parte inadatti alla Serie C.
Erano giocatori provenienti dall’Australia, da Cipro, da tutto il mondo, ma la verità è che con quell’organico mister Mirko Conte fece un vero e proprio miracolo collezionando nel girone d’andata quasi 20 punti con una società ed una città divisi, spaccati dai problemi.
Dopo il girone d’andata, onestamente non ha senso infierire sul morto ma ci limitiamo a dire che da quel momento le partite della Turris saranno una sola formalità, le dichiarazioni societarie saranno completamente avulse dalla realtà e così la Turris Calcio cessò di esistere.
Il lungo travaglio però non finisce qui, dato che nemmeno nell’estate si è riusciti ad organizzare una squadra per Torre Del Greco e il risultato è che quest’anno la Turris non gioca in nessun campionato.
L’auspicio è che dall’anno prossimo si possa tornare a parlare di calcio in una piazza che da almeno un anno e mezzo è obbligata ad interessarsi di faccende extrasportive che, onestamente, non dovrebbero interessare ai tifosi.
