Sarri ricorda Inter-Juventus: “C’erano giocatori che piangevano sulle scale”


Maurizio Sarri, neo allenatore della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista a SportItalia dove ha toccato vari punti interessanti ritornando anche sulla sua avventura al Napoli.

L’episodio più recente che lo lega alla città partenopea risale a Gennaio, quando in casa Napoli si respirava aria di crisi e De Laurentiis pensava ad un cambio di rotta in panchina. Sarri conferma di essere stato contattato dal patron azzurro: “Non avevo la certezza di poter essere molto utile in corsa. E perché non c’erano tanti presupposti. Tutte le società che mi hanno cercato durante la stagione hanno ricevuto la stessa risposta: che ero a disposizione, se volevano, per parlarne a luglio. Sarei stato disposto a tornare a Napoli in estate“.

Il gioco che abbiamo visto negli anni di Napoli è impresso nella mente di tutti ma, la ferita di quella stagione 2017/18 è ancora aperta nel cuore dei tifosi azzurri. 91 punti in campionato e uno scudetto perso “in albergo”, solo a causa di torti arbitrali lampanti in tutto il Mondo tranne che in Italia.

Sarri e quell’Inter-Juve che fece così male

Sarri parla della reazione dei suoi giocatori alla vista di quell’Inter-Juve così discusso: “La squadra ha visto uno spiraglio aperto. Chi ha vissuto quella notte sa a cosa mi riferivo con la frase “scudetto perso in albergo”, quando sono salito in camera ho visto giocatori piangere per le scale: c’è stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito un sogno dopo quegli episodi discutibili“.

 

i movimenti di gioco della sua squadra erano ormai collaudati e i giocatori in attacco giocavano a memoria. Sarri ha parlato proprio del suo attacco dell’epoca Higuain-Insigne-Callejon: “Higuain può diventare un fenomeno quando si accende, anche se non è facile farlo accendere. Su Callejon puoi fare grandissimo affidamento, è determinante per gli equilibri di squadra. Se parlo di Lorenzo mi scappa da ridere: è da anni il miglior giocatore italiano. Non so come mai ma se sbaglia cinque minuti se ne parla tantissimo. Ho visto il gol al Belgio, se lo fa un altro se ne parla al TG per un mese di fila. Sono tre ragazzi a cui sono fortemente affezionato“.


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